Fondatrice (Bergamo 1801 - Brescia 1852) delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù (1831). La religiosa improntò la propria vita e l'orientamento della congregazione verso l'assistenza ai poveri e bisognosi, convinta assertrice della necessità di svolgere un'azione educativa attraverso il "metodo preventivo".
La giovane T., a partire dal 1817, trascorse circa 14 anni nel monastero benedettino di S. Grata, dove visse una lunga e sofferta maturazione spirituale dalla quale nacque l'idea della congregazione. Grazie all'aiuto del canonico G. Benaglio realizzò nel giro di pochi decenni numerose iniziative di apostolato cristiano-sociale in favore dei poveri e degli esclusi; a contatto con le realtà dei bisognosi, T. elaborò una linea pedagogica che orientava l'azione educativa in senso preventivo. Il suo pensiero, organizzato formalmente nel sistema del "metodo preventivo", anteriore a quello di don Giovanni Bosco, è descritto nel Libro dei doveri (3 voll. 1838-43): l'istruzione e la cultura non vengono considerati come ornamenti o accessori, ma piuttosto come gli "strumenti" necessari di liberazione e di progresso per l'individuo e in particolare per la donna. Si affrancò con coraggio dalla vigilanza e dall'autorità che il potere ecclesiastico esercitava sugli istituti di donne consacrate, avviando una politica di gestione di segno femminile: fu la prima fondatrice a richiedere la centralizzazione dei beni dell'istituto e la loro amministrazione diretta, e la prima a ottenere il riconoscimento del ruolo di superiora generale, nonché la cancellazione dell'impossibilità per le donne di occupare questo ruolo sancita dalla costituzione apostolica Quamvis iusto (1749). Dichiarata venerabile nel 1883 e beatificata nel 1946, è stata canonizzata nel 2001. Festa, 27 ottobre.