rivoluzióni inglési Trasformazioni del sistema politico inglese, avvenute tra il 1628 e il 1660 e tra il 1688 e il 1689, che diedero origine alla monarchia costituzionale.
Il primo scontro oppose la dinastia Stuart al Parlamento inglese. Le ragioni del conflitto risiedevano nella politica fiscale della Corona, nel suo tentativo di riaffermare l'autorità della Chiesa anglicana (indebolita dal sorgere delle sette protestanti) e di esautorare gli organismi rappresentativi a vantaggio dei suoi favoriti. Nel 1626 gli oppositori accusarono di dispotismo Carlo I, piegandolo nel 1628 prima a convocare il Parlamento e poi ad accogliere una Petizione dei diritti che sanciva una limitazione dei poteri della Corona. Nel 1629 Carlo riprese nelle proprie mani tutti i poteri ma, sconfitto nel 1639 dall'esercito scozzese, dovette convocare nell'aprile 1640 il Parlamento (cd. Corto Parlamento) per ottenere il concorso finanziario necessario a proseguire la guerra contro gli scozzesi. Decretato dopo due settimane il suo scioglimento, in novembre tornò a riconvocarlo (Lungo Parlamento) in seguito a una nuova sconfitta e dovette fronteggiare la richiesta di porre fine al regime assolutistico. Abbandonata Londra (1641), il sovrano cercò di riorganizzarsi militarmente e nel 1642 tentò un colpo di forza contro il Parlamento trasformando i contrasti politici in guerra civile. Il re era sostenuto dalla grande nobiltà e dalla Chiesa anglicana, i ribelli, guidati da O. Cromwell, dalla borghesia, dalla piccola nobiltà, dagli strati popolari, dai puritani e dalle altre sette protestanti.
Le vittorie militari di Cromwell ebbero importanti conseguenze politiche, culminate nella condanna a morte del re (1649). Instaurata la Repubblica, Cromwell accentrò nelle sue mani enormi poteri stroncando sia l'opposizione degli elementi monarchici sia quella delle correnti sociali radicali (livellatori e zappatori) e, sciolto il Parlamento (1653), assunse il titolo di Lord protettore. Il successo della rivoluzione fu effimero: due anni dopo la morte di Cromwell si giunse alla restaurazione stuardista con Carlo II (1660).
Il Parlamento non era comunque disposto a perdere le sue prerogative e nel 1688-89 diede vita a una nuova rivoluzione, incruenta, che avrebbe dato origine alla monarchia costituzionale, la c.d. Glorious revolution. Aristocrazia terriera e grande borghesia urbana colsero l'occasione - alla nascita dell'erede al trono, battezzato con il rito cattolico - per offrire (1688) la Corona al protestante statholder d'Olanda Guglielmo III d'Orange (genero del re) e costrinsero Giacomo II (salito al trono nel 1685) alla fuga. Con la Dichiarazione dei diritti (1689), Guglielmo riconobbe le prerogative del Parlamento e i limiti posti all'autorità regia.