Relativismo e nuovi paradigmi filosofici
Aldo Giorgio Gargani
Premessa
Il relativismo si è originato nella cultura del continente europeo, ma oggi, all’inizio del 21° sec., esso costituisce uno dei [...] 2003; trad. it. 2004); noi comprendiamo così bene Shakespeare perché Shakespeare ha fatto noi, ossia ha definito l’uomomoderno. Il filosofo americano osserva che i personaggi shakespeariani non parlano più in nome di criteri universali e oggettivi ...
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La preistoria
Maria Arcà
Elisa Manacorda
Gli uomini più antichi del mondo
Com'erano fatti i nostri lontani progenitori, quelli che abitavano la Terra milioni di anni fa? Come vivevano, cosa mangiavano, [...] statura e il loro corpo era quasi interamente ricoperto da peli. Il loro cranio era più piccolo di quello di un uomomoderno, e avevano denti grandi e robusti, anche se si nutrivano soprattutto di vegetali. Gli scienziati che hanno trovato le tracce ...
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Identità regionali e varietà linguistiche: Friuli Venezia Giulia e Sardegna
Paolo Segatti
Simona Guglielmi
Friuli Venezia Giulia e Sardegna, due regioni ai lembi estremi dell’Italia. Distanti geograficamente, [...] di nazioni e i loro imitatori contemporanei hanno lasciato e lasciano intendere che sia. Perché, appunto, come diceva Billig, «l’uomomoderno una lingua deve parlare». La lingua solo se viene percepita come un oggetto con un proprio valore permette a ...
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Evoluzione genetica e culturale
Luigi Luca Cavalli-Sforza
Francesco Cavalli-Sforza
Fino a duecento anni fa, era convinzione generale che gli esseri viventi non cambiassero nel corso del tempo. Poi [...] umana è aumentata di mille volte, e una forte urbanizzazione si è avviata già 8000 anni fa. Il grande sviluppo demografico dell’uomomoderno (dalle poche migliaia di individui di 100.000 anni fa ai pochi milioni di 10.000 anni fa, quando comparve l ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia (2012)
Felicità pubblica
Stefano Zamagni
Felicità e vita sociale
Secondo la celebre tesi di Hans Baron (1955) e di Eugenio Garin (1947), l’Umanesimo ha conosciuto due stagioni, quella dell’Umanesimo civile [...] «insocievole socievolezza», coniata da Immanuel Kant per descrivere la condizione dell’uomomoderno, coglie meglio di ogni altra la riflessione sull’umano nella modernità.
La fragilità della vita in comune non viene più tollerata, una fragilità ...
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Corpo maschile e corpo femminile
Francesco Figura e Gabriella Spedini
Dimorfismo sessuale
di Francesco Figura
Il dimorfismo sessuale è il fenomeno per il quale gli individui dei due sessi presentano [...] di Neanderthal, il primo Homo sapiens eurasiatico, sarebbe stato solo un po' più accentuato che nell'uomomoderno. Nello stesso tempo però si è dato progressivamente più valore all'aspetto esteriore, con l'esaltazione dei caratteri più appariscenti ...
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Genetica. Razze e differenze etniche
Race
Ethnicity and Genetics Working Group
Bethesda
La diffusione globale, negli ultimi 100.000 anni, dell'uomo anatomicamente moderno ha prodotto un insieme di [...] ; le datazioni di queste espansioni sono confermate dai dati archeologici.
Alcuni aspetti della relazione tra l'uomomoderno e l'uomo arcaico rimangono oggetto di discussione. Studi realizzati sul DNA mitocondriale, sul cromosoma Y, su porzioni del ...
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La variabilità del corpo nelle popolazioni
Gabriella Spedini
L'approccio allo studio della diversità
All'interno della specie, la circolazione dei geni è aperta in tutte le direzioni, dato che per definizione [...] una loro eccessiva quantità porterebbe a sintetizzarne troppa e ciò causerebbe danni all'organismo per ipervitaminosi.
Poiché l'uomomoderno sarebbe nato in Africa, la variante pelle scura potrebbe essere quella originaria; le mutazioni che avrebbero ...
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Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco (2014)
Giuseppe Ledda
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Nel secolo dell’evoluzionismo darwiniano, mentre alcuni generi, quali la tragedia, l’epica [...] quale prende vita quasi una voce via via schiarita, pur nella sua dominante di perplessità, la coscienza critica dell’uomomoderno.
Se August Schlegel vede nella voce del coro l’espressione dei sentimenti universali, il punto di vista del narratore ...
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L’Istituto italiano per gli studi storici
Marta Herling
L’Istituto italiano per gli studi storici, costituito il 16 luglio 1946, è una delle opere alle quali Croce dedicò gli ultimi anni della sua vita [...] taluni fatti e personaggi» e di passare con la mente dalla storia antica a quella moderna e contemporanea: il che, accadendo per il suo intrinseco «bisogno di uomomoderno» (Adolfo Omodeo, cit., in L’Istituto italiano, cit., pp. 196-97), ne faceva un ...
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moderno
modèrno agg. e s. m. [dal lat. tardo modernus, der. dell’avv. modo «or ora, recentemente»]. – 1. a. Che appartiene o si riferisce al nostro tempo o ai tempi più vicini a noi: idee, usi, costumi m.; le m. istituzioni; i m. ritrovati...
uomo
uòmo (ant. o pop. òmo) s. m. [lat. hŏmo hŏmĭnis] (pl. uòmini [lat. hŏmĭnes]). – 1. a. Essere cosciente e responsabile dei proprî atti, capace di distaccarsi dal mondo organico oggettivandolo e servendosene per i proprî fini, e come tale...