SGORLON, Carlo
Serena Andreotti Ravaglioli
Scrittore, nato a Cassacco (Udine) il 26 luglio 1930. Compiuti gli studi universitari alla Scuola Normale Superiore di Pisa, laureandosi in letteratura tedesca [...] con le forme archetipe della conoscenza, con l'inconscio, con il mistero originario, e in questo modo offre all'uomomoderno, perduto nel caos della realtà quotidiana e privo di modelli e di riferimenti, la possibilità di recuperare orizzonti e mete ...
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MATTA (Matta Echaurren), Roberto Sebastian
Laura Malvano
Pittore, nato a Santiago del Chile l'11 novembre 1912. Terminati gli studi di architettura, andò nel 1933 a Parigi dove lavorò nello studio di [...] e una violenta carica vitalistica. Le situazioni conflittuali che essi esprimono sono quelle derivate dal "vissuto quotidiano" dell'uomomoderno, ma anche, e specialmente, da una sua partecipazione alla realtà sociale e politica che lo circonda: tema ...
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NOSSACK, Hans Erich
P. Ch.
Scrittore, nato ad Amburgo il 30 gennaio 1901. Dopo essere stato operaio di fabbrica, impiegato, giornalista, dipendente nell'impresa del padre, che era un grande importatore, [...] (ivi). Richiamandosi a una tematica che ha ascendenze kafkiane ed esistenzialistiche, N. vuole esprimere il disagio dell'uomomoderno, il dramma della sua alienazione e del suo isolamento nell'anonimo mondo della tecnica e del benessere economico ...
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KASCHNITZ, Marie Luise
P. Ch.
Scrittrice tedesca, nata a Karlsruhe il 31 gennaio 1901. Discendente da una nobile famiglia alsaziana, ha esercitato la carriera di libraia a Roma, dove si è unita in matrimonio [...] ivi 1950, forse la sua prova più valida; Ewige Stadt, 1952; Neue Gedichte, 1957), dove l'ansia e l'angoscia dell'uomomoderno di fronte alla vita, pur nella costante apertura verso la speranza, si espande in forme ora più libere ora, invece, legate a ...
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ROZĪTIS, Pāvils
Marta RASUPE
Poeta e narratore lettone, nato il 1° dicembre 1889 nel distr. di Liepa nella Vidzeme, morto a Riga il 20 febbraio 1937. Ebbe una giovinezza stentata e dura. Frequentò il [...] importanti sono Zobens un lilija ("La spada e il giglio", 1920), e Mans Korans ("Mio Corano", 1923), credo dell'uomomoderno che per cultura e tradizioni cristiane appartiene a Dio, ma è spinto proprio dalla cultura e dal suo intellettualismo verso ...
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ḤUSEIN, Kāmil
Francesco Gabrieli
Scrittore arabo egiziano, nato al Cairo il 20 marzo 1901. La sua opera letteraria si accompagna, con spirito umanistico, a un'attività scientifica e professionale di [...] si è confermata nel successivo libro al-Wādī al-muqaddas ("La valle santa", 1968), esame di coscienza e invito all'uomomoderno lacerato dalle passioni, al ritiro sotto l'usbergo della coscienza morale, in un'etica atarassia. Senza ombra di esplicita ...
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KERÉNYI, Károly
Angelo BRELICH
Storico delle religioni, nato a Temesvár (allora in Ungheria) il 19 gennaio 1897. Specializzatosi in filologia classica, sin dal principio della sua attività scientifica [...] egli è interessato al significato che la religione greca avrebbe anche fuori del tempo e quindi anche per l'uomomoderno. L'originalità nell'impostazione dei problemi, la sensibilità nutrita delle esperienze contemporanee del pensiero, della poesia e ...
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SCHELER, Max
Karl Löwith
Filosofo, nato a Monaco di Baviera il 22 agosto 1874, morto a Francoforte il 19 maggio 1928. Proveniente dalla scuola di R. Eucken, divenne ben presto uno dei più indipendenti [...] des Menschen" derivava dalla intuizione dell'universale "Umsturz der Werte" (1915 e 1919) e dalla consapevolezza dei problemi dell'uomomoderno, come si sono presentati dopo il Nietzsche e il Dilthey. Lo Sch. cercò dapprima di risolverli mediante una ...
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FREJKA, Jiři
Angelo Maria RIPELLINO
Regista e teorico teatrale cèco d'avanguardia, nato il 6 aprile 1904. Direttore artistico del teatro Vinohrady (Praga).
Cominciò in quel Teatro Liberato che si proponeva [...] egli lotta contro le convenzioni e il falso tradizionalismo e concepisce lo spettacolo come scuola di virtù civili e tribuna di grandi idee morali e politiche. Sottolinea nella messinscena il rapporto del testo alla nostra epoca e all'uomomoderno. ...
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LIBERALISMO (XXI, p. 36)
Giovanni CASSANDRO
Negli anni che seguirono al 1870 il liberalismo europeo parve in declino non soltanto come movimento politico, costretto quasi sempre alla difensiva di fronte [...] vedere quale altro sistema possa sostituire nella società moderna quello dei liberi parlamenti politici che accesero di sia per la Camera sia per il Senato, liste in unione coll'Uomo qualunque e con alcuni indipendenti. Ma il connubio non giovò: il ...
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moderno
modèrno agg. e s. m. [dal lat. tardo modernus, der. dell’avv. modo «or ora, recentemente»]. – 1. a. Che appartiene o si riferisce al nostro tempo o ai tempi più vicini a noi: idee, usi, costumi m.; le m. istituzioni; i m. ritrovati...
uomo
uòmo (ant. o pop. òmo) s. m. [lat. hŏmo hŏmĭnis] (pl. uòmini [lat. hŏmĭnes]). – 1. a. Essere cosciente e responsabile dei proprî atti, capace di distaccarsi dal mondo organico oggettivandolo e servendosene per i proprî fini, e come tale...