Cosmopolitismo
Massimo Mori
Definizione del concetto
Il termine 'cosmopolita' risale alla scuola cinica antica, all'interno della quale esso compare per la prima volta in Diogene di Sinope che, secondo [...] civitas universalis con l'Impero, sia quella di conciliare l'attaccamento a una nazione particolare con l'adesione ideale alla patria universale: "In quanto Antonino il mio Stato e la mia patria è Roma - scrive Marco Aurelio (VI, 44, 6) - in quanto ...
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Bellezza
Pavel Machotka
Il termine indica la qualità di ciò che appare o è ritenuto bello; è un derivato dell'aggettivo bello, a sua volta dal latino bellus, "carino, grazioso", propriamente diminutivo [...] si può trarre un chiaro insegnamento: sebbene la sezione aurea abbia una sua effettiva bellezza non se ne può supporre un uso universale o anche solo frequente. Certamente esercita il suo fascino nel caso in cui si accorda a uno scopo pratico, ma a ...
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FERRETTI, Augusto
Nacque a Roma il 21 ag. 1845 ed entrò nella Compagnia di Gesù il 5 nov. 1862.
In questo periodo si assisteva in Italia ad una ripresa del pensiero tomista con vari centri di irradiazione [...] le teorie morali della filosofia tomistica. L'opera è divisa in una prima parte "generale", in cui vengono esposti i principi universali dei costumi, e in una seconda parte "speciale", in cui questi ultimi vengono applicati ai vari stati e alle varie ...
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NEOPOSITIVISMO (App. III, 11, p. 235)
Paolo Filiasi Carcano
R. Carnap e l'eredità del positivismo logico. - Il n. nel senso stretto della parola (come, cioè, quel movimento di logica e filosofia della [...] asserzioni ontologiche, sulle entità menzionate nelle espressioni. Quine riapre così, a suo modo, il problema degli universali: egli vede dovunque il pericolo del platonismo (della ipostatizzazione di entità astratte), dell'intellettualismo, del ...
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Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia (2012)
Giulio Cesare Vanini
Francesco Paolo Raimondi
Spirito inquieto, che si sente investito del compito civile di un profondo rinnovamento politico-culturale dell’uomo e della società, Giulio Cesare Vanini [...] altresì l’attività assistenziale, provvidenzialistica e finalistica di un’intelligenza sovraceleste. Dio non è il fine ultimo dell’ordine universale. In quanto autonomo, il cosmo è eterno, non ha né inizio né fine; non è perfetto, ma è, secondo ...
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PERNUMIA, Giovanni Paolo
Gregorio Piaia
PERNUMIA, Giovanni Paolo. - Appartenente a una famiglia di 'civile condizione' trasferitasi da Monselice a Padova, Giovanni Paolo Pernumia risulta figlio legittimo [...] 1576 a Padova.
Quest’opera del Pernumia è divisa in otto libri: i primi tre trattano de arte curandi in universali, i successivi sono dedicati alle applicazioni della terapeutica, con riferimento alle diverse parti del corpo e alle sue malattie: IV ...
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BONERBA, Raffaele
Francesco Cagnetti
Nacque nel 1600 c. a San Filippo Argirense (od. Agira in prov. di Enna). Nell'Ordine degli eremiti agostiniani dal 1616 c., dal 1618 al '24 studiò teologia a Palermo, [...] s'identifichino con la "denominatio intrinseca a forma rationis" la quale invece li presuppone. Quanto agli universali, il B. sostiene che solo l'Universale ante rem è separato dagli individui, e che tale è solo Dio. Infine, trattando della questione ...
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Filosofo (Königsberg 1724 - ivi 1804). Di genitori pietisti, K. ricevette, specie dalla madre, una severa educazione etico-religiosa: frequentò il Collegium Fridericianum, diretto dal pastore F. A. Schultz, [...] specifici all'azione, ciò non toglie che determinati fini non risultino compatibili con una legge morale che pretende ad universale validità. Nella Metaphysik der Sitten (1797) K. cercherà d'individuare quei fini che il soggetto deve volere perché in ...
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scolastica Complesso dei metodi e dei contenuti dell’insegnamento nelle scuole medievali, dalla fine del mondo antico al 14° secolo.
Caratteri generali
Il termine, derivato dal latino medievale scholasticus [...] comprende alla luce dell’ingresso delle tecniche delle arti liberali nella speculazione religiosa, così come la controversia sugli universali vede contrapporsi posizioni che si rifanno ormai a opzioni filosofiche ben precise che, nella loro diversità ...
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Naturalismo
Alessandro Pagnini
Con il termine naturalismo si designano in genere posizioni tra loro assai diversificate, il cui comune denominatore può essere genericamente indicato nel rifiuto di riconoscere [...] come estensioni dell'apprendimento animale. Gli elementi a priori che i razionalisti avevano creduto di individuare diventano universali contingenti della biologia e della psicologia umana, il cui successo è stato garantito dai vari meccanismi di ...
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universale1
universale1 agg. [dal lat. universalis, der. di universus: v. universo1]. – 1. a. Che riguarda tutto l’universo, che si estende o è valido per l’intero universo fisico (nell’accezione scient. di questo termine): legge dell’attrazione...
universale2
universale2 s. m. [uso sostantivato dell’agg. prec.]. – Strumento, detto anche u. geodetico, fondamentale in passato nella geodesia e astronomia geodetica per misurare angoli orizzontali e verticali, attualmente per lo più sostituito...