Irlanda, Repubblica d'
Stato dell’Europa occidentale, corrispondente alla maggior parte (ca. 4/5) dell’isola omonima. Il trattato di pace del 1921, che istituì lo Stato libero d’I., concedendogli lo status di dominion nell’ambito del Commonwealth, divise gli irlandesi producendo tra le forze moderate capeggiate da A. Griffith e M. Collins, che lo avevano sottoscritto, e gli indipendentisti di È. De Valera, organizzati militarmente nell’IRA, una guerra civile che si protrasse fino al 1923. Nel 1925 De Valera fondò il Fianna fáil, che da allora svolse un ruolo egemone nella politica irlandese. La sua vittoria elettorale nel 1932 portò De Valera alla guida del governo, dove rimase per 21 anni, di cui 16 ininterrottamente (fino al 1948). La politica di progressivo sganciamento dell’I. dalla Gran Bretagna trovò conferma nella Costituzione repubblicana promulgata unilateralmente nel 1937, che sancì la nascita dell’Eire (nome dell’Irlanda in irlandese) e riaffermò l’obiettivo della riunificazione dell’I., nella neutralità durante la Seconda guerra mondiale, nello sforzo di rendere il Paese economicamente autosufficiente. Spettò tuttavia al governo guidato dal Fine gael, il partito moderato costituito nel 1932 ed erede della fazione minoritaria del Sinn féin favorevole al trattato anglo-irlandese del 1921, proclamare formalmente la nascita della Repubblica d’I. e la sua uscita dal Commonwealth (1949); la Repubblica fu ammessa alle Nazioni Unite nel 1955. Nei decenni successivi, la questione dell’I. del Nord rimase costantemente al centro dell’attenzione sia dell’opinione pubblica sia del governo. Con la ripresa dello scontro tra cattolici e protestanti, mentre il terrorismo varcava i confini tra le due Irlande, il governo si impegnò in tentativi di mediazione e, pur sostenendo le rivendicazioni dei cattolici nordirlandesi, adottò misure repressive nei confronti dell’IRA. Solo nel 1985 lo sforzo del governo, protagonista, insieme a quello britannico, di diversi tentativi di raggiungere un accordo tra le parti, ottenne i primi concreti risultati: all’accordo di Hillsborough (Belfast) con la Gran Bretagna, che stabilì misure e negoziati per promuovere un clima di maggiore stabilità nell’I. del Nord, seguì nel 1990 la formazione del British-Irish inter-parliamentary body. La formazione a Londra del governo laburista guidato da T. Blair (1997) aprì una nuova decisiva fase cui Dublino, insieme agli Stati Uniti, diede un importante contributo. Nel 1998 gli accordi di Belfast (o del Venerdì Santo) sottoscritti dal Regno Unito, dal governo irlandese guidato da B. Ahern e dai leader dei maggiori partiti dell’I. del Nord sancirono il diritto all’autodeterminazione dell’isola, precisando che le regioni del Nord avrebbero potuto in futuro unirsi alla Repubblica d’I. solo con il consenso della maggioranza della popolazione. La Repubblica d’I., da parte sua, come richiesto dagli unionisti nordirlandesi nel corso dei negoziati, si dichiarò disposta a rinunciare alla sovranità sulle sei contee dell’Ulster, fissata negli articoli 2 e 3 della Costituzione. L’accordo fu approvato da circa il 95% degli irlandesi con un referendum popolare.
De Valera fu eletto presidente della Repubblica nel 1957 e confermato nel 1966, quale espressione del Fianna fáil, contro il candidato del Fine gael e del Partito laburista. Da allora la situazione politica continuò a essere caratterizzata da una sostanziale alternanza al governo dei due principali partiti (neanche la nascita di due formazioni politiche, i Democratici progressisti, liberali, nel 1985, e il Partito dei verdi, nel 1981, alterò in un primo momento i tradizionali rapporti di forza). Intanto, dopo una fase di sviluppo economico negli anni Sessanta, l’I. subì nei due decenni successivi una grave crisi economica (l’emigrazione raggiunse nel 1988 le 40.000 unità). Nel 1972, con un referendum popolare, fu approvata l’adesione alla CEE, confermata ed estesa nel 1987 e nel 1992, quando l’I. sottoscrisse il Trattato di Maastricht sull’unità europea. Gli incentivi comunitari, rigorose misure di austerity e una politica di forte apertura agli investimenti stranieri hanno consentito all’I., a partire da quel momento, non solo di superare la crisi ma di entrare in una fase di rapidissima crescita economica. Sul piano sociale sembrò avviato, nonostante il tradizionale peso della Chiesa cattolica sul terreno più strettamente politico, un più deciso processo di laicizzazione. L’elezione a presidente della Repubblica nel 1990 di M. Robinson, che si era distinta nelle battaglie a favore dell’aborto, del divorzio e della liberalizzazione della vendita di anticoncezionali, dimostrò un’evoluzione antitradizionalista dell’elettorato e una sua maggiore sensibilità ai temi delle libertà civili; nel 1995, seppure con una stretta maggioranza, un referendum popolare sostenuto da tutti i principali partiti abrogò il divieto posto dalla Costituzione al divorzio. L’inizio del 21° sec. è stato caratterizzato, oltre che da un consolidamento della crescita economica, da una significativa evoluzione del dibattito politico, sempre più condizionato da nuove questioni, come la necessità di limitare l’immigrazione o di ripensare il proprio ruolo all’interno dell’Unione Europea. Di fronte all’allargamento e alle trasformazioni dell’UE sono cresciuti nell’opinione pubblica nazionale i timori di una perdita di competitività e della possibilità di un’adesione del Paese alla costituzione di una forza militare europea, in contrasto con la sua tradizionale neutralità. Nel 2002, attraverso un referendum la cui ratifica includeva il divieto di partecipazione del Paese a ogni futura forza militare comune, l’I. approvò il Trattato di Nizza, ma nel 2008 un altro referendum popolare ha bocciato il Trattato di Lisbona di riforma delle istituzioni comunitarie. Nel 2007, Ahern, al suo terzo mandato consecutivo da primo ministro, ha formato un governo di coalizione con i Democratici progressisti e i Verdi, per la prima volta al governo del Paese. Nel 2008, è stato eletto primo ministro Brian Cowen alla guida di una coalizione formata da Fianna fáil, Democratici progressisti, Verdi e Indipendenti.