Caucasica, Regione
Una catena di monti, un intrico di genti
Pochi altri luoghi della Terra hanno conosciuto un andirivieni di popolazioni, lingue, religioni, un mutamento di confini simile a quello della regione caucasica. Se qualcuno crede che una catena di montagne sia una buona separazione, un 'confne naturale', cambierà idea considerando la regione caucasica: dove un'alta catena montuosa non solo non ha separato niente e nessuno, ma al contrario ha da sempre attirato su di sé e intorno a sé uno straordinario campionario di culture asiatiche ed europee e, oggi, di tensioni politiche ed economiche. Anche se c'è chi ancora considera il Caucaso come un confine tra Europa e Asia, in realtà è sempre più difficile capire se faccia parte dell'una o dell'altra
'Caucaso', a cercarlo su una carta geografica è il nome di una catena montuosa. Ma, in effetti, è piuttosto il nome di una regione geografica, che a volte viene chiamata Caucasia, mentre la catena è spesso detta Monti del Caucaso o Grande Caucaso. Questo perché il nome Caucaso, che ci è stato tramandato dall'antichità, riguarda tutt'insieme la catena montuosa principale, le regioni pianeggianti che la fiancheggiano e anche un'area che, a ben vedere, è parte delle montagne dell'Armenia. Secondo le consuetudini geografiche, la catena del Caucaso segna parte del 'confine geografico' tra Europa e Asia; ma se si guarda agli aspetti storico-politici e culturali, tutta la regione caucasica può essere considerata parte dell'Europa.
La catena dei monti del Caucaso è lunga circa 1.000 km, va dal Mar Nero al Mar Caspio seguendo una direzione nord-ovest/sud-est ed è una delle catene montuose più compatte della Terra: quasi tutta al disopra dei 2.000 m di quota, la sua cima più alta, l'Elbrus, arriva a 5.642 m (se si considera europea la regione caucasica, perciò, è questo il monte più alto d'Europa). La catena si è formata contemporaneamente alle Alpi, ai Carpazi, all'Himalaya: è 'giovane' dal punto di vista geologico, aspra di forme, dai versanti ripidi, difficile da attraversare.
A nord della catena si apre la pianura russa; il tratto collinare vicino ai monti è detto Ciscaucasia. Invece si chiama Transcaucasia l'area a sud della catena, che è formata, in pratica, dalle grandi valli dei fiumi Rioni (che sfocia nel Mar Nero), Kura e Arasse (che, uniti, sfociano nel Mar Caspio). Ancora più a sud, altri monti, in Armenia, sono quelli del piccolo Caucaso.
Il clima della regione è molto diverso tra l'area a sud della catena, che in parte è di tipo mediterraneo, in parte arido, e quella a nord, dove è continentale e poco umido. La vegetazione spontanea del Caucaso meridionale comprende foreste, sui fianchi delle montagne, e praterie semiaride nell'Azerbaigian, mentre quella del versante settentrionale è molto scarsa sia in montagna sia a bassa quota, dove si estende la steppa.
La caratteristica più impressionante della regione caucasica è l'enorme varietà di popolazioni umane. Già i Greci antichi (per esempio Strabone) raccontavano stupefatti che in ogni tratto della regione caucasica vivevano decine di popolazioni diverse, ciascuna arroccata in una valle e con una lingua propria. Nei tempi successivi la situazione non è cambiata. Le lingue dette, appunto, caucasiche formano un gruppo a sé, del tutto diverso dalle altre lingue parlate al mondo, salvo forse solo una lontana parentela con la lingua basca che si parla ancora in certe parti dei Pirenei, le montagne tra Francia e Spagna! Una parentela lontanissima nello spazio, che fa ipotizzare che in tempi molto antichi tutta l'Europa sia stata abitata da genti appartenenti alla stessa cultura e di lingua simile, di cui rimangono oggi, su montagne situate all'estremità opposte, solo i Baschi da una parte e i caucasici dall'altra.
Nel frattempo, come in tutta Europa, anche nella regione caucasica sono arrivate molte popolazioni di altra origine: alcune, nei loro spostamenti, hanno solo attraversato i monti, magari lasciandovi un po' di abitanti: altre, invece, hanno tentato la conquista della regione, e si sono installate in maniera più massiccia; tutte hanno 'rosicchiato' un po' di territorio alle popolazioni più antiche e ne hanno ridotto l'importanza.
Oggi, come risultato, sopravvivono lingue 'caucasiche', spesso parlate da poche migliaia di persone: le più parlate sono il georgiano, il ceceno, il mingrelio, il circasso (e poi il dargwa, l'inguscio, l'abcaso, il lazo e decine di altre); lingue 'indoeuropee' come il russo, l'armeno, il persiano, l'osseto, il curdo; lingue turche, come l'azerbaigiano, il caraciai, il turco; e ancora lingue semitiche, come l'arabo; infine mongole, come il calmucco. Molto forte è anche la mescolanza delle religioni, che come le lingue aiutano i popoli a mantenere distinte le loro identità: cristiani ortodossi, greco-armeni e cattolici; musulmani sunniti e sciiti.
I popoli del Caucaso conoscevano l'agricoltura e la fusione dei metalli già nel 3° millennio a.C., ed erano in contatto con gli abitanti della Mesopotamia (come gli Assiri) e delle steppe russe (come gli Sciti). Questa posizione strategica, di ponte tra Europa e Asia, portò nella regione Persiani, Greci, Romani, Sarmati, Unni e molti altri. Nel Medioevo, Georgia e Armenia erano regni cristiani indipendenti.
Nel 13° secolo, sotto i Mongoli, tutta la regione venne unificata, ma per poco, perché gli imperi ottomano e persiano la occuparono; poi l'impero russo, che già aveva conquistato la Ciscaucasia, nel 18° e 19° secolo si spinse fino all'Armenia.
Dopo la Rivoluzione russa, tutta la regione fece parte dell'Unione Sovietica: la Ciscaucasia nella Repubblica di Russia, che comprende tuttora regioni non popolate da Russi, come l'Ossezia settentrionale, l'Inguscezia e la Cecenia; la Transcaucasia venne divisa fra le repubbliche federate di Georgia, Armenia e Azerbaigian, indipendenti dal 1991. Armenia e Georgia non sono molto ricche, anche se hanno un'agricoltura sviluppata, risorse minerarie e industrie varie. L'Azerbaigian ha anche enormi giacimenti petroliferi, in parte sotto il fondo del Mar Caspio.
I problemi della regione. In Georgia, Abcasia e Agiaristan reclamano l'indipendenza e l'Ossezia Meridionale vorrebbe unirsi con l'Ossezia Settentrionale; una parte dell'Azerbaigian (il Nahicevan) è separata dal resto del paese da territorio armeno; popolazione armena vive in una regione (Nagorno Karabagh) dell'Azerbaigian; in Ciscaucasia, la Cecenia ha tentato di staccarsi dalla Russia ed è statta teatro di una guerra atroce. Tutto è reso più complicato dal petrolio del Mar Caspio che, per raggiungere il mercato europeo, deve passare, in oleodotto, a nord e a sud dei monti. La ricchezza che deriva dal controllo dei giacimenti di petrolio o degli oleodotti (gli Stati attraersati da oleodotti fanno pagare forti diritti di transito alle compagnie petrolifere) è uno dei motivi che portano le popolazioni locali – come in Cecenia o nel Nagorno Karabagh – a chiedere l'indipendenza.