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Prassitele

di Manuela Gianandrea - Enciclopedia dei ragazzi (2006)
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Prassitele

Manuela Gianandrea

Lo scultore della grazia

Insieme a Lisippo e a Scopa, Prassitele è stato il grande protagonista della scultura greca del 4° secolo a.C. Con le sue figure sentimentali e malinconiche riuscì a rappresentare perfettamente la crisi della società ateniese. La fama di Prassitele è attestata dalle numerosissime copie di età romana delle sue più celebri statue, grazie alle quali è possibile ricostruire la sua attività artistica

La rottura con il modello di scultura di Policleto

Prassitele nacque ad Atene nella prima metà del 4° secolo a.C. e suo padre, lo scultore Cefisodoto, fu probabilmente il suo maestro. Una delle sue opere più famose è l’Apollo sauroctono (dal greco sàuros «lucertola» e ktèino «uccidere»), cioè in atto di uccidere con la freccia una lucertola che striscia sul tronco d’albero a cui il dio si appoggia. Apollo si presenta come un fanciullo dall’aspetto delicato che si poggia all’albero con un gesto aggraziato e si spinge in avanti per colpire la lucertola. Il cambiamento rispetto al poderoso e ritmico Doriforo di Policleto è incredibile!

La forza sicura delle statue policletee scompare nel delicato e adolescenziale Apollo di Prassitele, che non ha più un’impostazione ferma e verticale, ma un andamento alquanto sinuoso; inoltre l’asse dell’Apollo cade fuori dal baricentro, tanto che il dio greco ha addirittura bisogno di un appoggio per sostenersi. L’ultimo legame con la sicurezza dello sguardo del Doriforo e della gloriosa Atene del 5° secolo a.C. si scioglie nell’espressione malinconica e nella patetica inclinazione della testa dell’Apollo sauroctono.

L’opera, in origine in bronzo, è nota attraverso alcune copie in marmo, la più famosa delle quali è conservata nei Musei Vaticani.

L’umanizzazione degli dei

La statua rappresentante Ermes e Dioniso, ritrovata nel 1877 nel tempio di Era a Olimpia, viene ritenuta addirittura un originale di Prassitele del 4° secolo a.C., anche se una parte degli studiosi tende a pensare che si tratti di una copia più tarda. Ermes (Mercurio), messaggero degli dei, è raffigurato mentre sta portando il fratellino Dioniso (Bacco) dalle Ninfe, incaricate di allevarlo; lungo la strada si ferma per una sosta e inizia a giocare con il fratellino, al quale offre un grappolo d’uva.

Prassitele sceglie di rappresentare il dio in sembianze umane, come un fratello maggiore che gioca scherzosamente con un bambino. Come già nell’Apollo sauroctono, il dio, che sta per compiere la sua azione – cioè sostenere il bambino –, si sbilancia su un lato, rompendo ancora una volta l’equilibrio del canone policleteo, recuperando un appoggio nel tronco, assumendo anche una posa curveggiante.

L’Afrodite cnidia: un capolavoro di grazia

Il capolavoro di Prassitele è l’Afrodite cnidia, così chiamata perché l’originale venne scolpito dall’artista per la città di Cnido, in Caria (Asia Minore). La statua era così famosa presso gli antichi che ne vennero realizzate ben cinquanta copie.

Essa rappresenta la dea della bellezza che, dopo aver posato la veste su un vaso, si accinge a entrare in acqua per il bagno, completamente nuda. Lo splendore della statua e la nudità avevano creato molte leggende intorno alla scultura: innanzitutto si credeva che come modella avesse posato Frine, ritenuta la cortigiana più bella dell’epoca; inoltre si diceva che la statua catturasse lo spirito di chi la guardava troppo intensamente. Il corpo della dea è scolpito in maniera armoniosa, con la consueta posa sinuosa cara a Prassitele, e il marmo è lavorato con la gànosis, una miscela di olio e cera che gli conferisce un caldo tono ambrato; inoltre lo sguardo dolce e sentimentale e la bellezza del nudo hanno permesso all’Afrodite cnidia di divenire un capolavoro di eleganza e a Prassitele di fregiarsi dell’appellativo di scultore della grazia.

Vedi anche
Lisippo ‹-ʃ-› (gr. Λύσιππος, lat. Lysippus). - Scultore greco (n. Sicione 370 a. C.). Fu attivo nell'età di Alessandro Magno, che ritrasse in numerose opere. Fu principalmente un bronzista, ma non possediamo di lui alcun originale; il suo stile ci è tuttavia sufficientemente noto da alcune copie. Dedicò molta ... Frine (gr. Φρύνη, lat. Phryne). - Cortigiana greca del 4º sec. a. C. Prassitele la ritrasse in due statue, una a Delfi, l'altra a Tespie, patria di Frine. Accusata verso il 347 di aver costituito un'associazione per il culto di una nuova divinità, fu difesa da Iperide che, secondo la tradizione, avrebbe denudato ... Cnido (gr. Κνίδος) Città della Caria. Fu fondata da Spartani o da Argivi e fece parte dell’Esapoli dorica. Sottomessa ai Persiani, passò sotto l’impero di Alessandro Magno e ai Tolomei. Resa libera nel 190 a.Cnido dai Romani, fu loro alleata.  ● Lo sviluppo edilizio di Cnido, iniziato nel 5° sec. a.Cnido, ... Dioniso (gr. Διόνυσος) Una delle grandi divinità dell’Olimpo greco. Nacque da Zeus e da Semele, figlia di Cadmo. Si narrava che questa, per volontà sua o per fraudolento consiglio di Era, avesse chiesto a Zeus di apparirle in tutto il suo splendore, ma rimase incenerita dalla visione del fulmine di Zeus. Dioniso, ...
Categorie
  • BIOGRAFIE in Archeologia
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Tag
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    Scultore ateniese (sec. 4º a. C.). Tra i massimi artisti della classicità, le sue opere vennero replicate in numerosissime copie e lodate dagli autori antichi. Enorme è stata la sua influenza in tutte le epoche (in partic. nell'età ellenistica), fino al mondo contemporaneo. Il capolavoro di P. è l'Afrodite ...
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    Enciclopedia Italiana (1935)
    (Πραξιτέλης, Praxitĕles) Carlo Albizzati Si contano sei scultori greci di questo nome. 1. Ateniese, del demo di Eiresidai, come i suoi discendenti, padre di Cefisodoto seniore, avo dell'omonimo più famoso: doveva lavorare nella seconda metà del sec. V a. C. La sua esistenza fu intravveduta nella notizia ...
Vocabolario
prassitèlico
prassitelico prassitèlico agg. (pl. m. -ci). – Relativo a Prassìtele, celebre scultore ateniese del sec. 4° a. C.; che è caratteristico della sua arte, o ne ricorda lo stile, la morbidezza: con un’ombra di p. dolcezza sul viso appena segnato,...
prassitelèo
prassiteleo prassitelèo agg., letter. – Di Prassìtele (lo stesso che prassitèlico): non esiste ricamo che non sia ricamato su qualche canovaccio, e non esiste statua prassitelea se non nel marmo (C. E. Gadda).
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