Uccello appartenente all’ordine Sfenisciformi (da alcuni inclusi nei Ciconiformi), comprendente la sola famiglia Sfeniscidi, composta da 6 generi e diverse specie, proprie dell’emisfero australe, distribuite sulle terre antartiche, sulle coste più meridionali dei continenti e sulle isole che si trovano alla latitudine corrispondente (per es. le isole Galapagos); alcune specie nidificano sulle coste dell’Africa meridionale, altre su quelle americane, fino al Cile e al Brasile. Marini, non volatori, con ali trasformate in pinne per il nuoto, i p. hanno coda triangolare utilizzata come timone, tipica colorazione bianca sul petto e nera sul dorso, corpo quasi conico, collo massiccio, becco diritto e forte. Eccellenti nuotatori e tuffatori, si nutrono per lo più di pesci, molluschi e crostacei. Sulla terraferma si spostano in posizione eretta con andatura impacciata, poiché le zampe, robuste e palmate, utilizzate come organi propulsori in acqua, sono spostate nella parte posteriore del corpo. Sono dotati di un efficiente sistema di isolamento termico, dovuto a uno spesso strato adiposo sottocutaneo e alla stretta sovrapposizione delle penne di rivestimento, corte ed embricate. Sono di abitudini gregarie, nidificano in grandi colonie lungo le coste. Quando si avvicina l’epoca della riproduzione, si recano a terra in colonie spesso di molte migliaia di individui, e scavano buche nelle quali ciascuna femmina depone un uovo, che cova aiutata dal proprio maschio, il quale provvede pure all’alimentazione del piccolo. Tra le specie più grandi, il p. imperatore (Aptenodytes forsteri) ha parti inferiori bianche e superiori grigie, è alto circa 1,2 m; il p. reale (Aptenodytes patagonicus; fig. A) è alto 90 cm. I p. crestati o eudipti (Eudyptes; fig. B) hanno il becco compresso lateralmente e le sopracciglia che formano due ciuffi di penne assai lunghi. Gli sfenisci (Spheniscus; fig. C) hanno becco duro e massiccio, lateralmente compresso, più breve del capo.