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piante C3

di Amedeo Alpi - Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)
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piante C3

Amedeo Alpi

Piante caratterizzate da una fissazione fotosintetica del carbonio realizzata da un solo enzima, la Rubisco, che è la modalità più diffusa negli organismi vegetali. Tramite il metabolismo fotosintetico tutte le piante convertono la CO2 in carboidrati, ma lo fanno in modo diverso suddividendosi in almeno tre gruppi. La denominazione ‘piante C3’ si è originata dalla constatazione che, nella conversione della CO2, la prima molecola stabile che si forma è l’acido fosfoglicerico cioè un composto a tre atomi di carbonio. La serie di reazioni biochimiche che realizza la fissazione del carbonio nelle piante C3 fu scoperta durante gli anni Cinquanta del secolo scorso dagli americani Melvin Calvin, Andrew Benson e James A. Bassham, e va sotto il nome di ciclo di Calvin. Questi scienziati usarono una metodologia sperimentale che si basava sulla somministrazione di CO2, marcata con 14C, a colture in sospensione di alghe verdi Chlorella e Scenedesmus, e prelevando campioni di alghe a corti intervalli dalla somministrazione di CO2, per identificare i prodotti radiomarcati durante tempi predeterminati. L’acido fosfoglicerico, che in un primo momento si pensava originato dalla reazione della CO2 con un accettore a 2 atomi di carbonio, si forma invece per la reazione della CO2 con uno zucchero a 5 atomi di carbonio, il ribulosio 1,5 bisfosfato. L’incontro tra la molecola di CO2 e il ribulosio 1,5 bisfosfato è la reazione di carbossilazione, catalizzata da un enzima, la ribulosio bisfosfato carbossilasi/ossigenasi detta anche Rubisco, che è l’enzima chiave del ciclo di Calvin ed è l’unico enzima carbossilante nel ciclo fotosintetico delle C3. Di conseguenza la Rubisco è la proteina solubile maggiormente presente nel cloroplasto ed è una delle più abbondanti nella biosfera.

→ Fisiologia delle piante

Vedi anche
fotosintesi clorofilliana Il più importante processo di riduzione biologica che si compie sulla superficie terrestre, grazie al quale le piante fotosintetiche assorbono energia luminosa, che convertono in energia chimica potenziale e, partendo da composti inorganici semplici (anidride carbonica e acqua), formano sostanze ... cloroplasto Plastidio che contiene la clorofilla. I cloroplasto si trovano singoli o numerosi nelle cellule delle parti della pianta esposte alla luce; mancano nelle oloparassite, nelle saprofite (funghi, batteri ecc.) e nei Cianobatteri. Sono di forma e grandezza differenti nelle diverse specie, per lo più lenticolari ... composti omologhi In chimica organica, un composto viene definito omologhi, composti di un altro quando è. caratterizzato dagli stessi gruppi funzionali, ma differente per uno o più gruppi =CH2. Il propano, di formula C3H8, è omologhi, composti con tutti gli idrocarburi alifatici saturi di formula generale CnH2n+2; l’acido ... glicidi (o glucidi) Sostanze ternarie composte di carbonio, idrogeno e ossigeno, dette anche carboidrati perché molte di esse contengono idrogeno e ossigeno nelle stesse proporzioni dell’acqua. Dal punto di vista chimico sono poliossialdeidi, poliossichetoni o composti che possono formarli per idrolisi. In ...
Categorie
  • FISIOLOGIA VEGETALE in Botanica
Tag
  • RIBULOSIO BISFOSFATO CARBOSSILASI
  • CICLO DI CALVIN
  • MELVIN CALVIN
  • FOTOSINTETICO
  • CLOROPLASTO
Vocabolario
piantare
piantare v. tr. [lat. plantare; v. pianta]. – 1. Mettere nella terra un seme, un pollone, o altra parte di una pianta (anche una piantina giovane tolta da un semenzaio), perché attecchisca nel suolo, germogli e si sviluppi come nuovo esemplare...
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