pianeta extrasolare
pianéta extrasolare locuz. sost. m. – Pianeta che non appartiene al nostro sistema planetario. La ricerca di tali corpi celesti viene effettuata con metodi diretti e indiretti. I primi mirano a individuare la radiazione emessa da un pianeta; la difficoltà principale sta nel fatto che questa è coperta dalla radiazione assai più intensa proveniente dalla vicina stella. Si cerca allora di scoprire un eccesso infrarosso nello spettro elettromagnetico della stella, dovuto appunto all’emissione del suo eventuale compagno planetario che, essendo assai più freddo, deve irradiare soprattutto alle lunghezze d’onda infrarosse. I metodi indiretti tendono invece a mettere in evidenza le variazioni prodotte sul moto della stella o sulla sua luminosità dalla presenza di un pianeta in orbita attorno a essa. Tra questi, il metodo delle velocità radiali analizza le righe spettrali emesse dalla stella: durante la sua orbita il pianeta induce con la sua forza gravitazionale piccole oscillazioni periodiche della stella, che si manifestano con variazioni periodiche della sua velocità radiale rispetto alla Terra e quindi, a causa dell’effetto Doppler, con l’aumento e la diminuzione della lunghezza d’onda delle righe spettrali emesse dalla stella rispettivamente durante l’allontanamento e l’avvicinamento dalla Terra. Questo metodo è limitato dal fatto che con esso non si possono scoprire piccoli pianeti, di dimensioni terrestri, che inducono variazioni non rilevabili anche dai migliori spettroscopi. Un metodo indiretto che ha permesso di scoprite diversi pianeti è quello dei transiti, basato sulla diminuzione periodica della luminosità della stella dovuta al fatto che il pianeta s’interpone regolarmente sulla visuale dell’astro. Per un pianeta con le dimensioni di Giove la luminosità della stella può diminuire dell’1%; i pianeti più piccoli possono essere individuati con tale metodo soltanto con osservazioni effettuate dallo spazio. Le informazioni ricavate con entrambi questi metodi di ricerca permettono di determinare in modo esatto l’orbita, la massa e la dimensione del pianeta scoperto. Dalla scoperta del primo p. e., negli anni Novanta del secolo scorso, ne sono stati individuati più di 3000, dei quali più di 800 confermati (dicembre 2012), ossia la cui sua esistenza è stata comprovata incrociando diverse osservazioni, ottenute possibilmente con differenti strumentazioni. Tra i p. e. di tipo terrestre, cioè rocciosi e con una massa e una distanza dalla stella attorno alla quale ruotano paragonabili a quelle della Terra rispetto al Sole, particolarmente rilevante è stata la scoperta annunciata nel 2011 di Kepler-22 b, nella costellazione del Cigno, ottenuta grazie alle osservazioni del telescopio spaziale Kepler. Si tratta probabilmente di una superTerra, categoria che comprende i pianeti con una massa fino a 10 volte quella terrestre, con una zona abitabile confrontabile con quella del Sistema solare interno. Attorno a ogni stella, la zona abitabile è quella in cui un pianeta avrebbe la temperatura giusta per possedere acqua allo stato liquido; la distanza dipende anche dalla luminosità della stella e deve garantire che l’acqua non evapori né congeli. Un’altra superTerra interessante è HD 40307 g, scoperto nel 2012: è il più esterno di sei pianeti in orbita attorno alla stella HD 40307, dista 42 anni luce da noi ed è caratterizzato da condizioni ambientali che si ritengono possano essere adatte allo sviluppo della vita. Un p. e. molto distante è OGLE-2005-BLG-390Lb, scoperto nel 2006 con il metodo della microlente gravitazionale, analizzando gli effetti che la massa complessiva del sistema costituito dal pianeta e dalla sua stella ha prodotto sulla radiazione di un’altra stella, posta oltre il sistema lungo la linea di osservazione: a oltre 20.000 anni luce da noi, vicino al centro della Via Lattea, ha una massa che è poco più di cinque volte quella terrestre e condizioni poco adatte al possibile sviluppo di vita. Il p. e. più vicino alla Terra è Alpha Centauri B b, scoperto nell’ottobre 2012 dall’ESO (European southern observatory), in Cile, con il metodo della velocità radiale: si trova nel sistema di tre stelle Alpha Centauri, distante 4,3 anni luce, è 1,1 volte maggiore della Terra ed è molto vicino alla propria stella (Alpha Centauri B), meno di Mercurio dal Sole, per cui, data l’enorme temperatura, è un pianeta inabitabile.