PÁEZ Xaramillo, Pedro
Nacque a Olmeda (nella diocesi di Toledo) nel 1564. Entrato a diciott'anni nella Compagnia di Gesù, fu inviato nelle Indie a Goa. Di lì nel 1589 partì per tentare di raggiungere l'Etiopia attraverso la penisola araba. Passando con il suo compagno di viaggio P. Antonio de Montserrat da Hormuz a Mascate e incontrando dovunque l'ostilità dei principi arabi, il P. riuscì, dopo una sosta alle Curia Muria, a sbarcare a Dofar (Ẓufār) sulla costa della Mahra. Di lì egli compì la prima traversata dell'Arabia sud-orientale da Dofar per Tarīm a Ṣan‛ā. Fatto prigioniero del pascià turco, rimase in cattività nello Yemen sino al 1595, quando venne riscattato a Mokhā. Otto anni dopo il P. raggiunse finalmente Massaua per via di mare; e, arrivato nel Tigrè, iniziò un'accorta azione di propaganda cattolica, accompagnando il suo apostolato con un'intensa ed elevata attività di studî storici, geografici e linguistici sull'Etiopia. Il negus Za-Denghel, dimostratosi favorevole al P., fu ucciso nel 1604; e, dopo il breve regno di Vāqob, si affermò sul trono il negus Susenyos. Il P., che seppe anche agire con un largo spirito di comprensione delle necessità dell'ambiente e delle tradizioni locali, non interruppe la sua opera fino a che nel marzo 1622 Susenyos con un editto diede piena libertà al cattolicismo e, contemporaneamente, chiese a Roma un patriarca cattolico per l'Etiopia e accettò personalmente il cattolicismo. Il P. morì a Gorgorä il 20 maggio 1622.
A lui si deve una Historia de Ethiopia (in portoghese) in quattro libri, con notevolissimo uso di fonti indigene. Il nome del Páez è anche legato alla scoperta da lui fatta delle sorgenti del Nilo Azzurro.
Bibl.: Rerum Aethiopicarum Scriptorse, a cura di B. Beccari, II e III, Roma 1905-1906.