Nella tecnica libraria medievale, ognuno dei fascicoli formati dalla piegatura in quattro della ‘pezza’ di pergamena ricavata dalla pelle intera. Nella produzione libraria universitaria, in particolare a Parigi e a Bologna (13°-15° sec.), l’esemplare, cioè il manoscritto usato per l’insegnamento, corretto e approvato, era diviso in p. sciolte e numerate e depositato presso un libraio; questi poteva così affittare le p., a tariffe fissate dalle università (di qui il significato di p. anche come unità di misura per il pagamento dei copisti), a più scribi contemporaneamente per la copiatura. Tale tecnica permetteva la riproduzione dei testi di studio a ritmo più serrato, per soddisfare le richieste di mercato.
Il peciario era il membro della commissione che aveva il compito di verificare il testo degli esemplari approvati dall’università e fissare le tariffe delle p. per prestito e copia.