Nobile famiglia di Forlì, nota dapprima col solo cognome de Calboli (dall'omonimo castello nell'Appennino Tosco-Romagnolo, di cui ebbe la signoria), poi, dal nome di un Pauluccio, condottiero (metà sec. 14º), chiamata de Paulutiis o de Pauluciis. Sicuramente accertata dal 1244, ebbe la massima notorietà con Raniero (o Rinieri), podestà in varie città di Romagna e dell'Emilia, morto combattendo contro gli Ordelaffi per la riconquista di Forlì (1296) e celebrato da Dante (Purg. XIV, 88-89). La discendenza di Raniero si estinse con un Francesco (1382), che donò tutti i suoi beni alla repubblica di Firenze. Dal fratello di Raniero, Guido, nacque Fulcieri (m. 1340), che fu podestà di Firenze (1303: infierì contro i Bianchi fuorusciti) e di altre città e che combatté nelle Marche come capitano generale della Chiesa; è fieramente biasimato da Dante (Purg. XIV, 58-66). Da Fulcieri discesero poi i quattro rami di Venezia, Ravenna, Ferrara e Forlì, quest'ultimo reso illustre nel sec. 20º da Fulcieri (v.).