MANTEGAZZA, Paolo
Nato a Monza il 31 ott. 1831 da Giovan Battista e da Laura Solera, completò a Milano gli studi classici, durante i quali fu allievo, tra gli altri, di A. Mauri e C. Ravizza. Nel marzo 1848 partecipò ai moti insurrezionali delle Cinque giornate (si veda A sedici anni sulle barricate di Milano. Conferenza di Paolo Mantegazza, in La Vita italiana nel Risorgimento (1846-1849), s. 3, II, Storia, Firenze 1900, pp. 7-42). Iscritto al primo anno del corso di laurea in medicina e chirurgia presso quella di Pisa, seguì contemporaneamente i corsi sostitutivi organizzati in quel periodo a Milano.
Trasferitosi poi a Pavia, divenne allievo di B. Panizza, sua guida nelle prime, precoci esperienze scientifiche che gli consentirono, ancora studente, di pubblicare interessanti lavori: uno studio microbiologico, che fu giudicato un significativo contributo alla conoscenza delle modalità di riproduzione della specie in esame (Ricerche sulla generazione degli infusorii, e descrizione di alcune nuove specie, in Giorn. dell'I.R. Istituto lombardo di scienze, lettere ed arti e Biblioteca italiana, III [1852], 18, pp. 467-490 e in Annali di chimica applicata alla medicina, s. 3, XV [1852], 5, pp. 285-296), e alcune osservazioni di ordine anatomopatologico, farmacologico e clinico che ne misero in evidenza l'insolita capacità di indagine (Calcoletti di ossalato calcico trovati nel padiglione delle trombe falloppiane, in Gazzetta medica italiana. Lombardia, III [1852], p. 215; Ricerche sperimentali su l'azione fisiologica della stricnina, ibid., V [1854], pp. 33-37; Considerazioni fisiologiche e terapeutiche sopra un caso di diabete zuccherino, ibid., p. 5).
Dal 1852 aveva cominciato a lavorare a un'impegnativa analisi del piacere normale e patologico nel tentativo di pervenirne a un'interpretazione positiva, psicologica, materialista e a una "storia naturale", in contrasto con gli atteggiamenti romantici allora dominanti: completò due anni dopo lo studio, Fisiologia del piacere - oggetto della sua tesi di laurea, conseguita il 3 febbr. 1854 -, che pubblicò a Milano in prima edizione nel 1854 e in una successiva, corretta e ampliata, nel 1859. Malgrado gli innegabili difetti di sproporzione e immaturità, l'opera riscosse subito successo ed ebbe numerose ristampe fino ai primi decenni del Novecento.
Subito dopo la laurea, spinto dal desiderio di avviare imprese economiche e probabilmente anche per motivi sentimentali, il M. lasciò l'Italia: dopo essere passato per la Francia, la Germania e l'Inghilterra, si recò in Argentina, in Paraguay, in Bolivia, ove compì numerose osservazioni naturalistiche, botaniche, etniche ed etnoiatriche. Nel 1856 a Salta, in Argentina, conobbe e sposò Jacobina Tejada Montemajor, dalla quale l'anno successivo ebbe il suo primo figlio. Intrapreso nel 1858 il viaggio di ritorno in Italia, la lunga sosta alla quale, per motivi sanitari, fu costretto a Tenerife gli offrì l'opportunità di dedicarsi allo studio antropologico e craniomorfologico delle popolazioni locali. Frutto dell'esperienza maturata in questi viaggi furono i due volumi Sulla America meridionale; lettere mediche, editi a Milano nel 1858-60, e i lavori: Sulle virtù igieniche e medicinali della coca e sugli alimenti, in Annali universali di medicina, s. 4, XXI (1859), 501, pp. 449-519, al quale nel 1858 era stato conferito il premio Dell'Acqua dell'ospedale Maggiore di Milano; Degli alimenti nervosi narcotici, in L'Igea, III (1864), pp. 354 s.; Sull'uso terapeutico della coca, ibid., V (1866), p. 284; Rio de La Plata e Tenerife: viaggi e studi, Milano 1867. Appena rientrato a Milano, cominciò a esercitare la professione medica dapprima privatamente, poi come assistente senza compenso presso l'ospedale Maggiore. Membro dal 1858 della Società milanese d'incoraggiamento di scienze, lettere ed arti, nel 1859, durante la seconda guerra di indipendenza, prestò la sua opera nell'assistenza ai feriti nell'ospedale militare milanese di S. Ambrogio; l'anno successivo fu eletto consigliere comunale a Milano e fece parte di diverse commissioni municipali impegnate in materie sanitarie. Nel 1860, superato il concorso, divenne professore ordinario di patologia generale dell'Università di Pavia: iniziato l'insegnamento (La fisiologia dell'uomo ammalato. Prelezione ad un corso di patologia generale, in Annali universali di medicina, s. 4, XXXIX [1861], 523, pp. 110-125), durante il quale ebbe anche l'incarico ministeriale di un corso di storia della medicina, convinto che la patologia generale dovesse considerarsi come un ramo della biologia, integrò le lezioni teoriche con esercitazioni ospedaliere destinate ad abituare gli studenti all'osservazione del malato. Ottenuta la disponibilità negli ambienti nosocomiali di una stanza ove poter procedere almeno a rudimentali dimostrazioni sperimentali, indirizzò al ministro dell'istruzione C. Matteucci un'istanza per la realizzazione nel suo istituto di un vero gabinetto di sperimentazione, esponendone dettagliatamente la necessità, le finalità e i costi di impianto e proponendo se stesso come direttore e l'allievo G. Bizzozero come assistente (Sull'insegnamento della patologia generale, in Riv. italiana di scienze, lettere ed arti. Colle effemeridi della Pubblica Istruzione, III [1862], pp. 1541-1543). Dopo aver effettuato altri viaggi in America Latina nel 1861 e nel 1863, in questo stesso anno dette inizio al corso libero di patologia sperimentale, schierandosi decisamente tra quanti volevano superare le impostazioni vitalistiche della medicina e aprire l'insegnamento universitario a quello sperimentalismo che si andava affermando in molti ambienti scientifici; fu per un certo tempo in relazione di amicizia con C. Lombroso. Nel suo gabinetto sperimentale, che svolse un ruolo importante nel favorire la ricerca scientifica nell'ateneo pavese, si formarono illustri studiosi, tra i quali Bizzozero e C. Golgi. Nel periodo trascorso a Pavia, ove insegnò fino al 1869, dopo la pubblicazione del volume Ordine e libertà. Conversazione di politica popolare (Milano 1864), portato da un gruppo di moderati, nell'ottobre 1865 fu eletto nella IX legislatura per il collegio di Monza e confermato nelle successive consultazioni del 1867: durante il suo mandato intervenne più volte su importanti questioni socio-sanitarie e relative all'insegnamento superiore e universitario.
Curioso dei fenomeni naturali, instancabile osservatore, il M. in quegli anni pubblicò sui più autorevoli periodici scientifici oltre 100 lavori sugli argomenti più disparati, dalla vitalità degli zoospermi di rana e dal trapianto di testicoli alla temperatura delle urine, ai caratteri dello sperma, alla congestione, alla generazione spontanea, a vari aspetti della fisiologia e della patologia sperimentale. Si interessò anche di problemi pratici, quali quelli relativi alle condizioni ambientali di alcuni lavori (Bufalini e le risaie, in Annali di chimica applicata alla medicina, s. 3, XXVII [1858], 8, pp. 79-83) e alla protezione igienico-sanitaria nei riguardi delle più preoccupanti malattie contagiose (Codice igienico-popolare contro il cholera, Milano 1865). Condusse studi di patologia clinica (Ricerche sopra una concrezione intestinale e sopra alcuni calcoli orinari e biliari, in Annali di chimica applicata alla medicina, s. 3, XXVII [1858], 8, pp. 98-106; Sull'azione dello zuccaro e di alcune sostanze acide sui denti, ibid., XXXVI [1863], 6, pp. 364-367) e, in collaborazione con C. Bozzi, di anatomia patologica (Sull'anatomia patologica dei testicoli, in Annali universali di medicina, s. 4, LVIII [1865], 580, pp. 113-149). Nel 1865 sostenne, l'utilità dell'impiego nella pratica medica di un apparecchio per ricerche ematologiche: Del globulimetro, nuovo strumento per determinare rapidamente la quantità dei globetti rossi nel sangue; e nuove ricerche ematologiche, in Annali di chimica applicata alla medicina, s. 3, XLI (1865), 2, pp. 92-98 (estratto).
Dedicatosi a ricerche sugli innesti animali e sulla trasformazione subita dalla fibrina trapiantata in un organismo vivente (Sugli innesti animali, e sulla organizzazione artificiale della fibrina, in Rendiconti del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, cl. di scienze matematiche e naturali, I [1864], pp. 242-262), espose un'ampia rassegna di 250 esperienze personali, preceduta da una accurata introduzione storica e illustrata dall'allievo Bizzozero: Degli innesti animali e della produzione artificiale delle cellule, in Il Politecnico, s. 2, XXIV (1865), 103, pp. 26-50. Affermò, sollevando non poche perplessità, di aver effettuato esperimenti di fecondazione artificiale sulla donna e pretese di poter suggerire buone regole per eliminare i difetti derivati dalle unioni consanguinee e ridurre i danni da "eredità morbosa" (Studj sui matrimoni consanguinei, Milano 1868); ribadì la sua contrarietà ai matrimoni tra consanguinei e tra persone malate in un volume improntato a uno schema narrativo, Un giorno a Madera. Una pagina dell'igiene dell'amore (ibid. 1868), che riscosse un largo successo ed ebbe numerose ristampe. Intanto era andato aumentando il suo interesse per tutti gli aspetti, pratici e psichici, della natura dell'uomo, che tentò di interpretare in chiave scientifica e di divulgare anche in stile romanzesco: pubblicò a Torino nel 1861 Il bene ed il male: libro per tutti, opera premiata al concorso Ravizza 1860, tradotta e pubblicata in francese nel 1863; a Milano, l'anno successivo, Elementi d'igiene, un volume che riscosse grande successo, ristampato più volte; quindi, nella fortunata serie di volumetti "Almanacco igienico popolare", iniziata nel 1866 e pubblicata regolarmente a Milano fino al 1905, Igiene della cucina, 1866, Igiene della casa, 1867, Igiene del sangue, 1868, Igiene della pelle, 1869.
Nel 1862 fondò, con G. Gorini, il periodico L'Igea. Giornale d'igiene e medicina preventiva, che nel 1873 avrebbe mutato titolo in Il Medico di casa; nel 1869, d'intesa con l'etnologo e assiriologo Felice Finzi, dette vita alla rivista Archivio per l'antropologia e l'etnologia, che si sarebbe affermata come la più autorevole del settore.
Nel 1869 il M. fu chiamato a dirigere la cattedra di antropologia ed etnologia presso l'Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze, la prima istituita in Europa per volontà di P. Villari nel clima di dialettica culturale e scientifica seguito all'affacciarsi delle teorie evoluzionistiche di Ch. Darwin. Egli, che si era definito un evoluzionista "darwiniano con benefizio d'inventario", fece parte con G. Canestrini, F. De Filippi e M. Lessona del gruppo dei primi seguaci italiani del darwinismo.
Orientato a concepire e illustrare l'antropologia italiana come "la storia naturale dell'uomo", da sottrarre al dominio della filosofia per rientrare nei metodi di studio delle scienze positive, il M. intendeva porre a fondamento dello studio dei caratteri somatici, psichici e culturali nelle variazioni etniche anche discipline come la fisica e la chimica.
Il suo insegnamento, compreso dapprima nella sezione di filosofia e filologia e dal 1877 nell'ordine degli studi della facoltà di scienze, era volto altresì a condurre l'antropologia oltre i limiti di una semplice craniologia e aperta allo studio del "pensiero" e della "psicologia comparata dell'umana famiglia", riunendola così all'etnologia. Attivo ancora nell'impegno politico, fu nuovamente eletto nelle legislature del 1870 e del 1874. Il 16 nov. 1876 fu nominato senatore del Regno.
Pubblicò numerosi lavori inerenti la pangenesi, la selezione sessuale, l'atavismo, le varietà umane; nei suoi studi di etnologia si interessò delle caratteristiche delle popolazioni di varie parti del mondo, dall'India alla Nuova Guinea e alla Lapponia. Le sue lezioni di antropologia, iniziate nel 1870 e proseguite regolarmente fino al 1910, furono poi pubblicate integralmente nei due volumi dell'annata CXIX (1989), dell'Archivio per l'antropologia e l'etnologia: 1, Corsi 1870-1879; 2, Corsi 1879-1910. Tra i numerosi suoi studi si ricordano ancora: una ricerca craniologica, di indubbio interesse storico, Il teschio di Ugo Foscolo, in Rendiconti del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, s. 2, IV (1871), pp. 413-417; l'importante Dizionario delle scienze mediche, edito a Milano tra il 1871 e il 1874, in collaborazione con A. Corradi e G. Bizzozero; la partecipazione al dibattito sulla validità delle norme riguardanti la pratica della cremazione delle salme (La cremazione, in Nuova Antologia, settembre 1874, pp. 5-34); il corposo lavoro sperimentale Experimentelle Untersuchungen über den Ursprung des Faserstoffs und über die Ursache der Blutgerinnung, in Untersuchungen zur Naturlehre des Menschen und der Thiere, XI, Giessen 1876, pp. 523-577. Proseguì la pubblicazione della fortunata serie dell'"Almanacco igienico popolare": Igiene della bellezza, 1870; Igiene del movimento, 1871; Igiene di Epicuro, 1872; Igiene dei visceri, 1873; Igiene dei sensi, 1874; Igiene del cuore e dei nervi, 1875; Igiene della testa, 1876; Igiene del nido, 1877; Igiene delle età, 1878; Igiene dei climi, 1879; Piccola igiene domestica, 1880; Igiene del lavoro, 1881; Piccolo dizionario della cucina, 1882; Pozzo e cantina, 1883; L'arte di non ammalarsi, 1884; L'arte di campar vecchi, 1885; Gli accidenti della vita, 1886; L'arte di conservare gli alimenti e le bevande, 1887; La falsificazione degli alimenti e delle bevande, 1888; Il medico di casa, 1889; Ginnastica polmonare, 1890; La giornata ideale, 1892; La piccola Bibbia della salute, 1896; Il Vangelo della salute, 1897; L'economia della vita, 1898; Conosci te stesso, 1899; Campar molto e bene, 1900; L'igiene della morale e la morale dell'igiene, 1901; Il calcagno di Achille, 1902; La gioia di vivere, 1903; Il lavoro e il riposo del cuore, 1904; Le fruste e le martinicche della vita, 1905. In collaborazione con Neera (Anna Radius Zuccari) pubblicò a Milano nel 1881 il Dizionario d'igiene per le famiglie, che incontrò subito una larga fortuna. Auspicò interventi politici miranti al miglioramento dell'organizzazione della ricerca e dell'istruzione superiore (La scienza nell'Italia nuova, Firenze 1880) e indicò nella fisiologia lo strumento medico più idoneo a spiegare i sentimenti umani (La fisiologia dell'amore, Milano 1873; Atlante della espressione del dolore, Firenze 1876, in collab. con G. Brogi; L'igiene dell'amore, Milano 1878; La fisiologia del dolore, Firenze 1880, opera apprezzata dallo psichiatra E. Morselli; Gli amori degli uomini, Milano 1886; Fisiologia dell'odio, ibid. 1889; Fisiologia della donna, ibid. 1893). In contrasto con Lombroso, al quale rimproverava di fare confusione tra l'evoluzione gerarchica delle forme e la patologia, oltre al rischio di non distinguere i fenomeni di regressione atavica da quelli psicopatologici, espose la sua concezione dell'atavismo quale fenomeno regressivo del pensiero e del sentimento e di arresto di evoluzione psichica (Antropologia contro mimica, in Rivista penale, XII [1886], pp. 244-248; Gli atavismi psichici, in Archivio per l'antropologia e l'etnologia, XX [1888], 1, pp. 69-82). Pubblicò a Milano nel 1871 il volume Quadri della natura umana. Feste ed ebbrezze, comprendente tra l'altro una visione di "storia naturale dell'uomo ammalato".
Dette inoltre alle stampe Il secolo nevrotico, Firenze 1887, e Il secolo tartufo, Milano 1888, nonché il fantasioso romanzo L'anno 3000. Sogno, ibid. 1897, e le sue esperienze di viaggiatore e studioso: Viaggio in Lapponia, ibid. 1881, India, ibid. 1884, Ricordi di Spagna e dell'America spagnola, ibid. 1894. Tra i numerosi scritti del M. si ricordano ancora: Profili e paesaggi della Sardegna, Milano 1870; Il Dio ignoto, ibid. 1877; La mia tavolozza, Bologna 1878; Umilio Faimali: memorie di un domatore di belve, Milano 1879; Fisionomia e mimica, ibid. 1881; Le tre grazie, ibid. 1883; Testa. Libro per i giovinetti, ibid. 1887; L'arte di prender moglie, ibid. 1892; L'arte di prender marito: per far seguito all'arte di prender moglie, ibid. 1894; I caratteri umani, Firenze 1901; Il libro delle malinconie, Milano 1901; Le donne del mio tempo, Roma 1905; Prime linee di psicologia evolutiva, Firenze 1905; La Bibbia della speranza, 1909; Parvulae: pagine sparse, Milano 1910. Affidò il ricordo della madre, morta nel 1873, al volume La mia mamma, ibid. 1876, e riassunse le sue esperienze politiche in Ricordi politici di un fantaccino del Parlamento italiano, Firenze 1896.
Dal 1866 al 1879 fu consulente dello Stabilimento Bagni di Rimini, del quale nel 1876 promosse la trasformazione in Istituto idroterapico. Fu tra i promotori della Società italiana di igiene, di cui fu presidente nel 1882. Nel 1871 era stato nominato membro del Consiglio superiore di sanità.
Il M. morì a San Terenzo di Lerici il 28 ag. 1910.
Fonti e Bibl.: La Biblioteca civica di Monza conserva il manoscritto Giornale della mia vita, circa 60 volumi nei quali il M. raccolse minuziosamente le proprie memorie dal gennaio 1848 fino agli ultimi giorni di vita; libri e carteggi del M. si trovano a Firenze, presso il Museo di antropologia ed etnologia. Si vedano, inoltre: E. Ehrenfreund, Bibliografia degli scritti di P. M., in Arch. per l'antropologia e l'etnologia, LVI (1926), pp. 11-176; Le carte e la biblioteca di P. M., inventario e catalogo a cura di M.E. Frati, Milano 1991; A. De Gubernatis, Profilo bibliografico di P. M., in La Rivista europea, VI (1875), vol. 3, 1, pp. 255-271; Id., Diz. biogr. degli scrittori contemporanei, Firenze 1879, pp. 679-681; C. Reynaudi, P. M.: note biografiche con ritratto, Milano 1893; A. De Gubernatis, Dictionnaire international des ècrivains du Monde latin, II, Roma-Firenze 1905, pp. 937 s.; Adunanza straordinaria tenuta il 6 novembre per commemorare P. M., in Arch. per l'antropologia e l'etnologia, XL (1910), pp. 483-500; L. Zuccoli, La morte di un ottimista, in Gazzetta di Venezia, 20 ag. 1910; G. Castelli, Figure dell'Ottocento alla "Cà Granda", Milano 1940, pp. 494-508; G. Papini, Passato remoto, Firenze 1948, pp. 110-114; F. Bazzi, P. M. nel cinquantenario della morte, in Castalia, XVI (1960), pp. 126-131; P. Locatelli - F. Bazzi, Patologia generale e istituzione del primo gabinetto di patologia sperimentale cento anni or sono a Pavia, in Atti della Soc. italiana di patologia, 1961, n. 7, pp. 451-464; G. Landucci, Darwinismo a Firenze: tra scienza e ideologia (1860-1900), Firenze 1977; A. Olivieri, L'insegnamento della filosofia nell'Istituto di studi superiori di Firenze 1859-1924, in Annali dell'Istituto di filosofia, IV (1982), pp. 111-151; A. Arslan - M. Ganazzoli, Neera e P. M.: storia di una collaborazione (con 32 lettere inedite), in La Rass. storica della letteratura italiana, s. 8, I-II (1983), pp. 102-124; A. Ratti, "L'almanacco igienico popolare" del senator P. M., in Rendiconti dell'Istituto lombardo. Scienze chimiche e fisiche, geologiche, biologiche e mediche, CXVII (1983), pp. 19-26; P. M. e il suo tempo. L'origine e lo sviluppo delle scienze antropologiche in Italia. Atti del convegno di studio, Firenze… 1985, Milano 1986; G. Landucci, L'occhio e la mente. Scienze e filosofia nell'Italia del secondo Ottocento, Firenze 1987, pp. 137-206, 281-287; L. Clerici, P. M. tra scienza e letteratura, in "Acme". Annali della facoltà di lettere e filosofia dell'Università degli studi di Milano, XLII (1989), 3, pp. 11-43; S. Ciruzzi, Le collezioni del Museo psicologico di P. M. a cento anni dalla sua inaugurazione, in Arch. per l'antropologia e l'etnologia, CXXI (1991), pp. 185-202; E. Pardini - S. Minardi, Il Museo psicologico di P. M., ibid., pp. 143-184; G. Armocida, "La mia mamma" di P. M., in Il Rondò, 1992, pp. 55-75; M.Piccardi - G. Roselli - C. Chiarelli, Il fondo fotografico Mantegazza: studi sul dolore, in Arch. per l'antropologia e l'etnologia, CXXVIII (1998), pp. 87-156; P. Guarnieri, L'ammazzabambini. Legge e scienza in un processo di fine Ottocento, Torino 1998, ad ind.; W. Pasini, P. M. ovvero l'elogio dell'eclettismo, Rimini 1999; F. Millefiorini, Dal "Giornale della mia vita" di P. M. (1831-1910): le vicende politiche del 1848, in Il Risorgimento, LII (2000), 2, pp. 305-375; P. M., medico, antropologo, viaggiatore: selezione dei contributi dei convegni di Monza, Firenze, Lerici, a cura di C. Chiarelli - W. Pasini, Firenze 2002; G. Armocida, Le idee sull'igiene della vecchiaia in alcune opere di P. M. (1831-1910), in Le malattie dell'età avanzata, a cura di A. Mascetti - G. Sala, Gavirate 2002, pp. 273-277; M. Boni, L'erotico senatore. Vita e studi di P. M., Genova 2002; G. Armocida - M. Tavani, Otto lettere di Cesare Lombroso a P. M. (1858-1866), in Riv. di storia della medicina, n.s., XIV (2004), 1-2, pp. 63-70; R. Gatti, La giovinezza di P. M. nelle pagine del suo diario, in Il Risorgimento, LVII (2005), 2-3, pp. 305-375; T. Sarti, Il Parlamento subalpino e nazionale, p. 616; Diz. del Risorgimento nazionale, III, p. 475; Diz. letterario Bompiani degli autori, II, p. 623; Enc. Italiana, XXII, pp. 159 s.