Manoscritto di papiro o pergamena, di epoca antica o medievale, il cui testo originario (scriptio inferior) sia stato cancellato mediante lavaggio e raschiatura e sostituito con altro (scriptio superior) disposto nello stesso senso o in senso trasversale al primo.
L’uso di riutilizzare la materia scrittoria, preziosa per la sua rarità o difficoltà di produzione, già ricordato in età classica, per il papiro, da Catullo, Cicerone, Plutarco e nel Digesto, si diffuse fra 8° e 9° sec. in centri scrittori europei dove furono ‘riscritti’ codici antichi (codices rescripti) contenenti testi classici, giuridici, liturgici e biblici caduti in disuso o ritenuti, come quelli ariani, eterodossi. Numerosi p. furono prodotti fra 11° e 15° sec., riutilizzando codici liturgici di età romanica e documenti pubblici e privati su pergamena. Sono rari i casi di documenti membranacei riutilizzati per riscrivervi sopra altri atti documentari (chartae rescriptae).
Lo studio scientifico dei p., la cui lettura può presentare notevoli difficoltà, si diffuse nella prima metà del 19° sec., per opera anzitutto di A. Mai, che, utilizzando reagenti chimici, scoprì nella Biblioteca Ambrosiana e nella Vaticana testi fino allora sconosciuti di autori pagani e cristiani, tra cui il De republica di Cicerone; lo seguirono B.G. Niebuhr (Institutiones di Gaio, frammenti di Igino e Cicerone), F. Blume, T. Mommsen e altri. L’uso indiscriminato dei reagenti chimici (noce di galla, tintura detta del Gioberti, solfidrato di ammonio) ha però procurato danni ai p. sottoposti al trattamento, rendendo spesso impossibili nuovi tentativi di lettura. Nel 20° sec. si è preferito ricorrere al sistema, più efficace e innocuo, della lettura e della fotografia mediante raggi ultravioletti, che, attraverso la fluorescenza, rendono evidenti i contrasti fra le due scritture: metodo adoperato nel Palimpsest-Institut fondato nel 1913 nell’arciabbazia benedettina di Beuron, in Germania, che ha curato l’edizione di numerosi p. cristiani.
Prospetto schematizzato delle trasmissioni radiofoniche e televisive, comprendente le caratteristiche tecniche dei singoli programmi e le indicazioni delle ore e dei minuti a essi riservati, predisposto per un determinato periodo di tempo (così chiamato probabilmente perché di lettura non molto perspicua, o perché soggetto a successive correzioni e rimaneggiamenti).