Welles, Orson
Il genio che rivoluzionò il linguaggio cinematografico
Orson Welles è il cineasta che ha saputo innovare l’arte cinematografica del Novecento in un momento decisivo del suo sviluppo. Regista, autore e attore, ha rivoluzionato il cinema sia dal punto di vista tecnico sia da quello della recitazione e della scrittura. Manifestazione del suo genio è Quarto potere, da lui diretto e interpretato e considerato da molti il film più importante della storia del cinema
L’infanzia di Welles non fu facile. Nato a Kenosha, nel Wisconsin, nel 1915 e rimasto orfano di entrambi i genitori a soli tredici anni, decise di dedicarsi alle proprie aspirazioni artistiche e nel 1931 partì per l’Irlanda in cerca di fortuna nel teatro. Spacciandosi per un ‘noto’ attore americano, trovò lavoro al Dublin Gate Theatre dove rimase per un breve periodo perfezionando le sue doti d’interprete.
Tornato negli Stati Uniti, ebbe successo con un programma radiofonico, The march of time, in cui impersonava un numero incredibile di personaggi. Nello stesso periodo fondò una compagnia teatrale, il Mercury Theatre, con la quale venne notato dalla cbs che gli affidò nel 1938 un programma radiofonico, The Mercury Theatre on the air, in cui si divertiva a rivisitare i classici della letteratura. Fu questa l’occasione per effettuare la più grande finzione radiofonica di tutti i tempi: era il 30 ottobre 1938 e, trovatosi in difficoltà con la riduzione del romanzo di fantascienza di Herbert-George Wells La guerra dei mondi, Welles costruì la trasmissione come una vera radiocronaca dell’invasione degli Stati Uniti da parte degli alieni. La trasmissione, seguita da quasi due milioni di ascoltatori, gettò molte persone nel panico ma la sua popolarità salì alle stelle!
Ormai divenuto una celebrità, Welles si vide proporre da un’importante casa cinematografica, la RKO, l’offerta di girare un film. Fu l’inizio della storia di uno dei più importanti capolavori della storia del cinema, Quarto potere (1941), diretto da Welles a soli 26 anni.
Biografia immaginaria di un importante editore, ispirata alla figura di William Randolph Hearst, il film fu riconosciuto subito come un’opera profondamente innovativa. Welles scelse innanzitutto di rivoluzionare la successione degli eventi, partendo dalla morte del protagonista e tornando indietro attraverso testimonianze, spezzoni di finti cinegiornali, aneddoti sulla sua vita. Ricorse quindi a inquadrature insolite, molto spesso angolate dal basso, a lunghi piani-sequenza (ossia riprese di un’azione all’interno di un’unica inquadratura, senza successivi tagli di montaggio), a illuminazioni suggestive, facendo di questo film un punto di riferimento per tutto il cinema a venire. A interpretare magistralmente il protagonista, Charles Foster Kane, anche da anziano, fu lo stesso Welles. Nonostante tutto ciò il film non ebbe inizialmente successo in quanto Hearst, che si sentì attaccato, riuscì abilmente a boicottarlo, ma non poté impedirne il successivo trionfo.
Da quel momento Welles, pur continuando a realizzare film magnifici, incontrò continui problemi con le società di produzione. Innanzitutto con L’orgoglio degli Amberson (1942), bellissima saga familiare che però venne tagliata dai produttori e addirittura affidata a un altro regista per il montaggio finale.
Questo film segnò l’inizio dell’avventurosa ricerca da parte di Welles dei capitali per realizzare i suoi film. In questa sua eterna lotta fu costretto a recitare in moltissimi film, a volte anche di basso livello, e a chiedere finanziamenti ovunque, fino in Iran.
Nonostante ciò continuò a ottenere risultati di alto livello, rivisitando con estrema originalità le opere di Shakespeare come Macbeth (1948), Otello (1952) e Falstaff (1966), e riuscendo a innovare il genere noir con i film La signora di Shangai (1948) e L’infernale Quinlan (1958).
Il suo personaggio più famoso come interprete fu però un film diretto da un altro regista, Carol Reed. Il terzo uomo (1949), una storia di spie e di intrighi nella Vienna del dopoguerra, che rimase nella memoria di tutti per la breve ma straordinaria interpretazione di Welles nel ruolo di Harry Lime, figura enigmatica da lui resa con grande classe. La sua carriera fu segnata da un grande rimpianto: l’impossibilità di portare sullo schermo la storia di don Chisciotte (personaggio a lui idealmente molto vicino), impresa da lui tentata fino alla morte, che lo colse nel 1985 a Los Angeles.