Giurista bolognese (m. 1265); insegnò nell'univ. di Bologna, esercitando anche l'avvocatura. È autore di Lecturae sul Digesto e sul Codice, di una summa di diritto feudale e di una De libellis, di un commento al trattato della pace di Costanza e di un gran numero di monografie. Godette ai suoi tempi grandissima fama. La storiografia moderna non gli ha riconosciuto né profondità né originalità di pensiero, tuttavia, la sua opera è preziosa come fonte (seppure incontrollata) di notizie su Irnerio, sulle tradizioni dello studio di Bologna, sulla storia dei libri legales, ecc.; le sue lecturae, inoltre, sono le sole lezioni d'un maestro della scuola di Bologna che si conservino nella forma originale o quasi. Suo figlio Alberto (m. 1300) fu pure professore di diritto civile, e attivo nelle lotte politiche bolognesi.