Nome d'arte dello scultore italiano Nunzio Di Stefano (n. Cagnano Amiterno 1954). N. si è dedicato a indagare le possibilità espressive e formali della materia e le sue interrelazioni con lo spazio e la luce attraverso opere spesso cariche di significati metaforici. Ha ottenuto significativi riconoscimenti, dal premio Duemila per i giovani della Biennale di Venezia del 1987 alla Menzione d'onore della stessa Biennale del 1995.
Dopo gli studi all'Accademia di belle arti di Roma con T. Scialoja, ha esordito (1980) con serie di grandi superfici ondulate e irregolari di gesso dipinto, composte da due o tre elementi ancorati alla parete, che segnano subito il percorso dell'artista, sempre orientato a esplorare le possibilità espressive della materia e del suo rapporto con la luce e lo spazio (Ombra, 1980; Quarto ponte, 1980; Caimano, 1984). Dalla metà degli anni Ottanta ha cominciato a utilizzare nuovi materiali (ferro, lamine) creando forme più strutturate e di rigore geometrico e ha iniziato le combustioni su legno, talvolta insieme all'uso del piombo, che caratterizzano la sua produzione matura (Odissea, 1986; Ebbrezza, 1988). Dagli anni Novanta si è dedicato anche al disegno, al pastello e alla tecnica mista, elaborando suggestive forme astratte che spesso preludono all'attività scultorea, nella quale sperimenta anche l'uso del bronzo (Ombre, 1995). Dopo la prima personale a Bolzano (Galleria Spatia, 1981) e le collettive dei primi anni Ottanta con i cosiddetti artisti del quartiere San Lorenzo di Roma, presso le gallerie La Salita e soprattutto l'Attico, ha continuato a esporre in importanti mostre sia in Italia sia all'estero (New York, Annina Nosei Gallery, 1985; Darmstadt, Mathildenhöhe, 1990-91; Perugia, Rocca Paolina, 1992; Spoleto, Festival dei due mondi, 1993; Osaka, Kodama Gallery, 1994; Bologna, Galleria d'arte moderna, Villa delle Rose, 1995; Bergamo, Galleria Fumagalli, 2000). Nel 2005 il Museo d'arte contemporanea di Roma (MACRO) gli ha dedicato una grande antologica.