NORVEGIA.
– Demografia e geografia economica. Storia. Architettura
Demografia e geografia economica di Michele Castelnovi. – Stato dell’Europa settentrionale. Pur avendo una superficie molto estesa (il quadruplo dell’Italia), il Regno di N. è il meno popolato tra gli Stati scandinavi: secondo le stime UNDESA (United Nations Department of Economic and Social Affairs), la popolazione complessiva è aumentata di circa il 18%, da 4.347.695 abitanti nel 1995 a 5.091.924 nel 2014. Fino al 2010 il Parlamento discusse alcuni progetti di riordino territoriale, con l’obiettivo di raggruppare le ventuno attuali contee ( fylke) in un numero minore di regioni (da cinque a nove), ma senza giungere a compimento. La N. non fa parte né dell’Unione Europea (UE), né della zona euro: anche negli anni recenti ha confermato il primato come maggiore produttore di petrolio nell’Europa occidentale, risultando sempre ai primi posti nelle statistiche sulla qualità della vita della popolazione.
La distribuzione geografica dell’immigrazione in N. è importante sia per comprendere il contesto degli attentati avvenuti a Oslo e sull’isola di Utøya il 22 luglio 2011, sia per capire le linee generali dei programmi dei partiti politici. Anche in N., come nella limitrofa Svezia, gli ultimi dieci anni sono stati caratterizzati da un’intensa immigrazione, proveniente soprattutto dalle aree più problematiche del pianeta, per sfuggire non solo alla fame e alla mancanza di opportunità, ma anche dalle guerre e dalle persecuzioni. Se, infatti, si mette tra parentesi la presenza di rilevanti comunità provenienti dai Paesi limitrofi (come Svezia, 38.414; Germania, 26.683; Danimarca, 20.897; Regno Unito, 14.774), i gruppi più numerosi provengono dall’Africa (Somalia, 35.912; Eritrea, 14.397; Marocco, 9111), dall’Asia (Pakistan, 34.447; ῾Irāq, 30.144; Vietnam, 21.721; Filippine, 19.886; Irān, 19.793; Turchia, 17.345; Thailandia, 16.559; Afghānistān, 15.459; Srī Laṅkā, 14.797; India, 12.924; Cina, 9.491) e, soprattutto, dall’Europa orientale (Polonia, 91.179; Lituania, 35.912; Russia, 18.770; Bosnia, 16.845; Kosovo, 14.408; Romania, 11.068; Lettonia, 9460). Anche in N. l’immigrazione presenta il maggiore impatto nelle grandi città: particolarmente nella popolazione della capitale, Oslo, che in venti anni è aumentata da 482.555 a 634.463 ab. (+31,5%), un terzo dei quali sono immigrati, in continuo aumento. Nel 2013 il 40% dei bambini iscritti alle scuole elementari proveniva da famiglie di immigrati: una percentuale che sale ogni anno. A livello nazionale, gli immigrati sono più che triplicati, da 226.260 nel 1995 a 717.302 nel 2014. Il forte attaccamento degli immigrati alle proprie radici culturali e soprattutto religiose ostacola l’integrazione: in una N. composta principalmente da luterani o da agnostici, spiccano le diverse impostazioni dei cattolici (soprattutto dalla Polonia, dal Sudamerica e dal Medio Oriente) e dei musulmani (sunniti, in prevalenza da Somalia e Pakistan, ma anche sciiti dall’Irān).
Storia di Ilenia Rossini. – Gli anni a cavallo del primo decennio del 21° sec. furono caratterizzati dall’azione degli esecutivi ‘rossoverdi’ guidati dal laburista Jens Stoltenberg: dopo le elezioni del 2005, infatti, il Partito laburista (AP, Arbeiderpartiet) – la principale forza politica norvegese – era tornato al governo, in una coalizione con il Partito della sinistra socialista (SV, Sosialistisk Venstreparti) e il Partito centrista (SP, Senterpartiet). Questo governo si impegnò a investire le ricchezze provenienti dagli introiti petroliferi nella spesa per l’educazione, la salute e il welfare, consentendo alla N. di superare senza conseguenze drastiche la crisi globale iniziata nel 2008. Durante questo periodo i problemi ambientali costituirono uno degli argomenti più caldi del dibattito politico. Da un lato, infatti, lo scioglimento dei ghiacci costrinse il governo a progettare drastiche diminuzioni delle emissioni di anidride carbonica; dall’altro, l’avvio delle indagini delle compagnie petrolifere per iniziare le perforazioni nel Mare del Nord si scontrò con forti resistenze (degli ambientalisti, dei pescatori locali, del SV).
Anche se con un ridotto vantaggio, il governo di centrosinistra fu riconfermato dopo le elezioni del settembre 2009, le prime seguite alla riforma del 2007 che aveva reso il Parlamento unicamerale: l’AP prese il 35,4% dei voti (64 seggi), il SV e il SP il 6,2% (11 seggi) a testa. Come seconda forza politica del Paese emerse invece il populista Partito del progresso (FRP, Fremskrittspartiet) che, con il 22,9% dei voti (41 seggi), superò il primato del partito conservatore Destra (H, Høyre), che prese il 17,2% (30 seggi). Il programma del FRP era basato su tagli alle tasse e privatizzazioni e su una stretta all’ingresso di immigrati nel Paese, in nome della difesa di una presunta ‘purezza culturale del popolo norvegese’.
Il 22 luglio 2011 la N. fu sconvolta da un grave attentato terroristico: una serie di esplosioni a Oslo, presso la sede del governo, e una sparatoria sull’isola di Utøya, durante un campeggio dei giovani laburisti, provocarono l’uccisione di 77 persone. Dell’organizzazione degli attentati fu ritenuto unico responsabile Anders Breivik, un trentenne norvegese dichiaratosi cristiano, antimulticulturalista, antimarxista e anti-islamista. Nell’agosto 2012 Breivik fu condannato a 21 anni di carcere, la pena massima prevista dalla legge norvegese, che tuttavia potranno essere prolungati se verrà considerato ancora minaccioso per la società.
Dopo le elezioni del settembre 2013, nonostante l’AP fosse ancora il partito più votato (30,8%, 55 seggi), tornò al governo una coalizione di centrodestra formata da Høyre, partito del nuovo premier Erna Solberg, che ottenne il 26,8% dei voti (48 seggi), e dal FRP (16,3%, 29 seggi). L’alleanza con i progressisti, al cui interno tra il 1999 e il 2006 aveva militato Breivik, costò molte critiche ai conservatori: il piccolo partito socioliberale e quello cristiano-popolare rifiutarono di entrare nella coalizione di governo, pur garantendo il loro sostegno su singoli provvedimenti. Stimolato dalla minaccia del terrorismo di matrice islamica, diffusa in tutto il Nord Europa, il nuovo governo fece approvare provvedimenti quali una deroga al trattato di Schengen per il controllo alle frontiere anche per i viaggiatori provenienti dall’Unione Europea (luglio 2014) e l’obbligo per i poliziotti di girare armati (nov. 2014), contrariamente alla consuetudine norvegese.
Quanto alle relazioni estere, nel 2010, dopo quattro decenni di dispute, fu firmato con la Russia un accordo per la definizione dei confini nel Mare di Barents, importantissimo negli equilibri artici. Il probabile scioglimento dei ghiacci artici, inoltre, cominciò a delineare una nuova disputa tra N., Stati Uniti, Russia, Canada e Danimarca sulla sovranità in quelle zone, in vista della possibilità di nuove rotte commerciali e dello sfruttamento di nuove risorse di idrocarburi off-shore.
Nel 2006 la N. ritirò il piccolo contingente mandato in ῾Irāq nel 2003 con compiti di peace keeping, pur garantendo l’impegno nelle missioni internazionali di pace dell’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) e della NATO (North Atlantic Treaty Organization), come dimostra la fornitura di aerei militari alla missione di quest’ultima in Libia nel 2011.
Architettura di Francesca Romana Moretti. – Un marcato senso di responsabilità ambientale e un’elevata sensibilità estetica, spesso legata alla tradizione, sono i tratti distintivi di una produzione architettonica consolidatasi all’insegna del legame tra natura e aspetti funzionali. Ciò ha reso la N. un punto di riferimento significativo a livello internazionale per benessere sociale e gestione delle risorse naturali, con strategie che, pur globalizzate, non perdono di vista i propri tratti distintivi. Sulla base di 11 parametri (dall’istruzione all’ambiente, dal reddito all’occupazione, dalla sicurezza alla salute all’equilibrio lavoro-famiglia), l’OECD (Organisation forEconomic Co-operation and Development) ha conferito alla N., per il 2014, il titolo di Paese con la migliore qualità di vita al mondo. Con l’obiettivo di raggiungere visibilità internazionale attraverso l’implementazione di uno sviluppo sostenibile, la salvaguardia delle preesistenze e la realizzazione di una buona architettura come fattore trainante per un alto stile di vita, nel 2010 il governo ha lanciato il documento architecture.now contenente un programma di iniziative diverse e l’indicazione delle possibili aree di sviluppo. A fronte di una tale politica architettonica, si stima che in N. il 30% circa dei nuovi edifici sia progettato da architetti (nel contesto globale ciò avviene in media solo per il 2%), sebbene la clientela non sia particolarmente ambiziosa, i fondi non particolarmente elevati e gli imprenditori edili non così attenti alle innovazioni.
A segnare l’inizio di una nuova stagione per l’architettura norvegese è stata l’inaugurazione della nuova Opera House di Oslo, dello studio Snøhetta, del 2008, un edificio che ha avuto oltre 1,3 milioni di visitatori nel primo anno di apertura e che ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali. Il nuovo piano di sviluppo intensivo della capitale è passato, non senza polemiche e riflessioni di carattere socioeconomico e culturale, attraverso un generale ridisegno del waterfront con l’obiettivo di collegare la baia al tessuto urbano storico: entro il 2030 il distretto di Fjord City dovrebbe rappresentare il futuro di Oslo grazie all’integrazione con gli altri due distretti di Tjuvholmen e Bjørvika. Il ridisegno dell’area industriale di Tjuvholmen presentato nel 2002, su masterplan dello studio Niels Torp, vincitore fra l’altro del Global award for excellence nel 2014, ha visto le prime due fasi di progetto portate a termine nel 2008 – comprensive di appartamenti, uffici e negozi firmati da una serie di qualificati studi norvegesi – quali Kristin Jarmund, Kari Nissen Brodtkorb, Arkitektkontoret Hultberg, Resen, Throne-Holst og Boguslawski HRTB, MAD Architect Oslo, lo stesso Torp e Gullichsen Vormala Architects – e svariati altri progetti via via realizzati. Tra questi: Tjuvholmen F1 (2010) ancora di Torp, Handelsbanken Tjuvholmen Bank of commerce (2010) disegnato da Schmidt Hammer Lassen; IT-Fornebu portal building (2009) di A-lab; il Flatiron Block (2011) di Dark architects; l’edificio in Tjuvholmen allé 21 (2011) di Hansen/Bjørndal; lo Astrup Fearnley Museum of modern art (2012) di Renzo Piano Building Workshop con Narud Stokke Wiig architects; l’Hotel Thief (2013) di Mellbye Arkitekter; i complessi residenziali Kavringen Brygge 2-4 (2013) di Torstein Ramberg e Kavringen Brygge 3 (2013) di Lund Hagem.
Il masterplan per Bjørvika Bar-code, del 2003, è stato disegnato dal gruppo olandese MVRDV (Winy Maas, Jacob Van Rijs e Nathalie De Vries) con gli studi norvegesi Dark e A-lab; in corso di esecuzione a partire dal 2005, il suo completamento è previsto per il 2016. Nel 2012 è stata inaugurata la sede del DNB Bank del citato studio MVRDV. Nella capitale vanno ancora ricordati: il terminal aeroportuale di Gardermoen (2012) di Gudmund Stokke e la sede di Statoil Fornebu (2012), opera dello studio A-lab.
Tra i tanti nuovi progetti realizzati in regioni diverse del Paese, a conferma dell’alto livello della produzione architettonica norvegese, non possono non essere ricordati: la Cathedral of the Northern lights (2013) di Schmidt Hammer Lassen e Link Arkitektur ad Alta; il progetto di pista ciclabile al Trollstigen Plateau (2012, parzialmente completata) di Reiulf Ramstad Arkitekter, lungo la costa occidentale; il Norwegian wild reindeer centre pavilion (2011) di Snøhetta, nella municipalità di Dovre; la Biblioteca e il Centro culturale (2011) di Helen & Hard a Vennesla; il Kilden performing arts centre (2011) di ALA Architects a Kristiansand; lo Juvet landscape hotel (2009) di Jensen & Skodvin a Gudbrandsjuvet; il Knut Hamsun centre (2009) di Steven Holl con LY Arkitekter a Hamarøy; il Preikestolen mountain lodge (2008) di Helen & Hard a Strand; il primo esperimento di casa passiva I-BOX passive energy (2008) di Steinsvik arkitektkontor AS a Tromsø.