Scultore (sec. 12º). Il suo nome ricorre in cinque epigrafi latine (falsificazione del sec. 18º l'epigrafe volgare riferita a Nicolao scolptore nel duomo di Ferrara) che documentano l'attività svolta nella Sagra di S. Michele in Val di Susa, nel duomo di Ferrara (portale maggiore con Storie di Cristo e figure di profeti; lunetta con S. Giorgio e il drago, 1135) e a Verona, nella chiesa di S. Zeno (protiro della porta maggiore con S. Zeno tra il popolo; rilievi marmorei a destra del portale maggiore con Scene della Genesi e Storie di Teodorico, 1138, in collab. con il maestro Guglielmo) e nel duomo (lunetta della porta maggiore con l'Adorazione dei Magi e, negli stipiti, Orlando e Olivieri, dopo il 1139). Gli viene inoltre attribuito il portale sud del duomo di Piacenza. Le sue opere, spesso eseguite con numerosi aiuti, rivelano l'influenza di Wiligelmo accanto alle suggestioni derivate dalla scultura della Linguadoca e dall'arte bizantina.