Termine usato polemicamente dopo la Prima guerra mondiale per designare tendenze della società contemporanea accusate di riprendere, con l’abbandono dei principi etico-religiosi cristiani, aspetti caratteristici del mondo pagano. Con n. si è quindi di volta in volta voluto indicare (con accentuazioni diverse secondo le differenti posizioni polemiche) l’esaltazione esclusiva o eccessiva dei valori naturali (nelle relazioni sessuali, nel matrimonio, nella famiglia, nei rapporti economici, nell’arte ecc.) e dell’organismo politico (Stato, nazione, partito, classe, razza ecc.) quale organo supremo dell’eticità: onde la glorificazione della ‘cultura fisica’ e delle virtù militari, il culto dell’‘eroe’, la concezione della politica come avulsa dalla morale e concepita come contrasto di interessi e di forze, il voler far coincidere la società politica con la religiosa (come, appunto, nelle religioni nazionali politeistiche in genere e dell’antichità in particolare).