Procedimento di analisi chimico-fisica col quale si determina la quantità di sostanza in sospensione in un liquido confrontando la luce diffusa da questa con quella diffusa da una sospensione a titolo noto. La determinazione si esegue (v. fig.) facendo attraversare la sospensione da un fascio luminoso di data intensità e misurando, per mezzo di un’opportuna cellula fotoelettrica, l’intensità del fascio luminoso diffuso in una direzione che è, in genere, perpendicolare al fascio incidente. Allorché si misura, per mezzo di un’altra cellula fotoelettrica, la diminuzione d’intensità della luce trasmessa nella stessa direzione di quella incidente, si parla più propriamente di turbidimetria. Lo strumento registratore per tali analisi si chiama nefelografo. È particolarmente usato per indagini batteriologiche: dal grafico (nefelogramma) dell’andamento nel tempo del grado di intorbidamento del liquido in esame si può dedurre la velocità con cui i batteri si moltiplicano nel liquido medesimo.