Mubarak, Muhammad Husni
Mubārak, Muḥammad Ḥusnī. – Militare e politico egiziano (n. Kafr El-Moseilho 1928), presidente dell’Egitto dal 1981 al 2011. Dopo l’assassinio di A. al-Sādāt (1981), gli successe alla presidenza della Repubblica e del Partito nazionale democratico, guidando il Paese in modo autoritario. Ha svolto un’importante attività diplomatica sulla scena internazionale in virtù del ruolo di interlocutore privilegiato degli Stati Uniti durante le numerose crisi che hanno attraversato il mondo arabo. Rieletto presidente nel 1987, 1993, 1999 e 2005, ha accentuato sempre più la politica repressiva nei confronti delle forze di opposizione e dei gruppi fondamentalisti islamici. Dopo l’attentato alle Twin towers di New York (sett. 2001), ha garantito il sostegno dell’Egitto alla lotta contro il terrorismo, ma ha dovuto fronteggiare il riacutizzarsi dell’opposizione, soprattutto della Fratellanza musulmana, organizzazione contro la quale sono state compiute alcune campagne di arresti tra il 2007 e il 2008. Lo stato di crisi nella regione, in particolar modo dopo i bombardamenti sull’Afghanistan (2001), la guerra contro l’Iraq (2003) e la recrudescenza della crisi a Gaza (2008-09), incrinava il ruolo di forza dell’Egitto che all’inizio del 2011 veniva travolto dalle proteste di piazza della che avevano il loro epicentro nel paese in piazza Taḥrīr al Cairo, presidiata per settimane da centinaia di migliaia di giovani che animavano la rivolta contro il regime chiedendo le dimissioni di Mubā’rak. Di fronte al dilagare della protesta, questi sceglieva la via della repressione violenta ricorrendo all’azione dell’esercito; ma dopo un tentativo di oscurare la protesta sul web ordinando il blackout generale di Internet in tutto l’Egitto la notte del 27 gennaio, M. si dimetteva l’11 febbraio lasciando il potere nelle mani del Consiglio supremo delle forze armate guidato da Ḥ. Ṭanṭāwī, la cui lunga carriera militare ai vertici dell’esercito durante il regime rappresentava un segno di continuità con il passato. Arrestato nell’aprile 2011, M. veniva condannato all’ergastolo nel giugno 2012, accusato di arricchimento illecito e corruzione e della morte di circa 800 manifestanti durante le dimostrazioni che avevano portato alla sua deposizione.