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morfogeno

Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)
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morfogeno


Sostanza in grado di influenzare una certa regione dell’embrione e di fornire le istruzioni necessarie per la genesi delle forme. Si ritiene che siano i gradienti del morfogeno a fornire alle cellule un’informazione posizionale e a controllare la loro organizzazione e il loro differenziamento. Nell’embrione vi sono tre tipi di segnali che possono controllare la formazione di una corretta organizzazione spaziale: (a) segnali intracellulari, che organizzano le componenti citoplasmatiche dell’uovo poi ereditate dai diversi blastomeri quando questo si divide; (b) segnali diffusibili, che funzionano a distanza, a cominciare da un centro di partenza del segnale, e possono dirigere l’organizzazione della specializzazione cellulare nel tessuto circostante; (c) interazioni tra cellule a breve distanza, che possono creare un mosaico dettagliato di cellule in stadi differenti di sviluppo. Tali interazioni spesso giocano un ruolo cruciale nelle decisioni che riguardano lo stadio finale del differenziamento. Gli studi sui processi dello sviluppo hanno stabilito che la risposta delle cellule a un morfogeno dipende in ugual misura dalla concentrazione e dal momento dello sviluppo nel quale il morfogeno agisce. È stato dimostrato che, in una popolazione di cellule uniformi, possono nascere distinzioni nette fra cellula e cellula dovute all’esistenza di una diversa soglia di risposta a un segnale che modifica la propria ­concentrazione con lenta gradualità. Ogni cellula che risponde positivamente a un morfogeno amplifica l’effetto di ogni piccolo incremento di segnale; le cellule che sono state esposte a concentrazioni di morfogeni al di sopra o al di sotto di una certa soglia possono essere pertanto avviate su itinerari di sviluppo radicalmente differenti. Da questo principio, si desume che un unico morfogeno può controllare l’organizzazione di molti diversi percorsi cellulari. (*)

→ Oncogeni e oncosoppressori; Sistemi reagenti complessi

Vedi anche
morfogenesi biologia In embriologia, l’insieme dei processi che portano al differenziamento dei tessuti e degli organi a partire da elementi indifferenziati; negli animali avviene dopo la gastrulazione. Movimenti morfogenetici sono quelli di modellamento (invaginazione, evaginazione ecc.). La zona di un embrione ... embriologìa embriologìa Disciplina biologica che studia i fenomeni dello sviluppo dell'essere vivente (ontogenesi), cioè la serie di cambiamenti che subisce l'uovo per realizzare la complessità strutturale e funzionale che caratterizza la forma e l'organizzazione specifica dell'individuo adulto. (➔ anche embrio... gradiente La variazione per unità di lunghezza che una grandezza subisce da un punto all’altro dello spazio lungo una certa direzione. In analisi vettoriale, data una funzione scalare del posto, U (x, y, z), regolare, si chiama gradiente di U il vettore v=gradU, di componenti cartesiane formula. La funzione ... embrione In biologia animale e vegetale, organismo in via di sviluppo, derivato dall’uovo fecondato, dopo che dalla condizione unicellulare è passato a quella pluricellulare. ● In particolare, nell’uomo è detto embrione il prodotto del concepimento nella fase prenatale in cui si formano gli abbozzi dei diversi ...
Categorie
  • BIOLOGIA MOLECOLARE in Biologia
Vocabolario
morfògeno
morfogeno morfògeno agg. [comp. di morfo- e -geno]. – In biologia, capace di determinare o modificare la forma di un organo; in partic., di azione che un processo fisiologico esercita sullo sviluppo morfologico di un organo estraneo al...
morfogenìa
morfogenia morfogenìa s. f. [comp. di morfo- e -genia]. – In embriologia, lo stesso che morfogenesi.
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