Nome comune di varie specie di piante del genere Mentha, e in particolare di Mentha piperita. Il genere Mentha, della famiglia Lamiacee, si distingue principalmente per il calice e la corolla quasi actinomorfi. Comprende erbe perenni, con spicastri lunghi e stretti o brevi e densi, che crescono generalmente nei luoghi umidi delle regioni temperate del continente europeo. Se ne conoscono 15 specie, nell’ambito delle quali sono state individuate molte sottospecie e varietà, e numerosi ibridi.
Mentha piperita (la m. propriamente detta), ibrido di Mentha viridis e Mentha aquatica (v. fig. A-C), è nota solo allo stato coltivato; alta fino 1 m, ha rizoma ramificato con stoloni epigei, è quasi glabra, ha foglie ovato-oblunghe, distintamente picciolate, seghettate, con spicastri lunghi, subconici, di fiori rosei. Delle numerose varietà si ricorda la m. nera con i fusti e le altre parti più o meno violacee e la m. bianca con le dette parti verdi. Sembra che la sua coltura risalga alla prima metà del 18° sec. (in Inghilterra, e poi in Germania). È frequentemente coltivata per ricavarne l’essenza. Si usa anche per condimento e come eupeptico, carminativo, antispasmodico ecc., proprietà comuni a quasi tutte le altre m. selvatiche.