microspecchi, matrici di
microspècchi, matrici di locuz. sost. m. – Tecnologia nata alla fine del 20° sec. con il nome di DLP® (Digital light processing) e successivamente applicata al funzionamento di un particolare tipo di videoproiettori, comunemente utilizzati per le presentazioni e proiezioni di video su schermo. Si tratta di una concreta e diffusa applicazione commerciale che dà un’idea della potenza della microottica dinamica persino nella sua forma più semplice. È basata su una matrice di 720×1280 microspecchi piani (1080×1920 nella forma ad alta definizione), numero corrispondente a quello dei punti (pixel) con cui sono registrate le immagini in formato digitale. Ogni microspecchio misura 16×16 μm2 ed è capace di oscillare di alcuni gradi intorno al suo asse fra due posizioni operative, acceso o spento (on o off), migliaia di volte al secondo sotto l’azione di un segnale elettrico. Quando è nella posizione on, la luce della lampada di proiezione che incide sulla matrice viene riflessa e proiettata, mediante un sistema di lenti convenzionali, su un punto dello schermo, contribuendo a formare il corrispondente pixel dell’immagine; nella posizione off, la luce viene invece riflessa su un assorbitore e la corrispondente porzione dello schermo rimane buia. L’aspetto interessante è che la modulazione dell’intensità luminosa dei relativi pixel viene effettuata variando, in modo discreto, la frequenza di oscillazione, ossia il numero delle volte che il microspecchio è nella posizione on durante la persistenza di un singolo fotogramma del video proiettato (per es., 1/24 di secondo per il materiale cinematografico). In tal modo si ottiene direttamente e semplicemente una conversione del formato digitale in percezione analogica della luminosità, con immagini in movimento di ottima qualità su un grande schermo e con una notevole capacità di riprodurre le sfumature di colore. Inoltre, ed è forse l’aspetto più innovativo del sistema, è interessante constatare che il moto del singolo microspecchio avviene per mezzo di forze elettrostatiche, che sarebbe praticamente impossibile utilizzare a livello di componenti macroscopici. Ben oltre i campi d’impiego commerciale come quello sopra descritto, la tecnologia a microspecchi si sta sviluppando anche in direzioni più sofisticate per utilizzi più propriamente scientifici e innovativi (v. MEMS).