Poetessa polacca (Suwałki 1842 - Leopoli 1919). Pur avendo subìto, agli inizî, l'influsso del romanticismo, la poesia della K. acquista presto una propria caratteristica: l'appassionata adesione alla vita dei deboli e degli umili di cui si fa paladina nei volumi di liriche Z łąk i pól "Dai prati e dai campi"; Łzy i piešni "Lacrime e canti". Il pathos oratorio che talvolta si riscontra in queste poesie appare smorzato prima da uno schietto aderire alle movenze dei canti popolari, e poi da un più intimo contatto spirituale con l'Occidente (dal 1890 al 1902, espulsa dalla Polonia, visse all'estero), quale si concreta nel volume Italia (1901), che ritrae il paesaggio e l'arte italiani. Un'impronta maggiormente riflessiva hanno le liriche (Nowe pieśni "Canti nuovi", 1905; Głosy ciszy "Le voci del silenzio", 1906), pubblicate dopo il ritorno in patria. L'ultima sua opera è il tentativo di dare alla letteratura polacca un'epopea moderna, a sfondo sociale (Pan Balcer w Brazylji "Il signore B. in Brasile", 1910). Di notevole interesse sono anche le novelle e i racconti (Nowele "Novelle", 1897; Ludzie i rzeczy "Uomini e cose", 1898).