Critico letterario italiano (Torino 1900 - ivi 1977). I suoi scritti, caratterizzati da una libera e meditata accettazione del pensiero crociano e della critica stilistica, hanno riguardato, tra l'altro, Dante, Vico, Alfieri e Leopardi.
Fu prof. di letteratura dal 1937, successivamente nelle università di Palermo, Trieste, Milano e Pisa. Socio nazionale dei Lincei (1953), è stato uno dei direttori del Giornale storico della letteratura italiana.
Esordì come studioso di letteratura francese (Alfred de Vigny, 1922; Jean Racine e la critica delle sue tragedie, 1926), e passò poi agli studi di letteratura italiana. Si è occupato, tra l'altro, di Dante (Il peccato di Ulisse e altri scritti danteschi, 1966), del Rinascimento (Studi sulla letteratura del Rinascimento, 1947), del Vico (Stile e umanità di G. B. Vico, 1946), dell'Alfieri (V. Alfieri, 1937; Ritratto dell'Alfieri, 1951), dei lirici del Settecento, del Foscolo (in un saggio del 1928, in vari altri scritti, fra cui quelli raccolti in Foscolo minore, 1949, e in Ortis e Didimo, 1963, e curando, per l'edizione nazionale cui presiedeva, il volume di Prose d'arte, 1951), del Leopardi (ed. dei Canti, 1930 e delle Operette morali, 1933). Importanti gli studi di storia della critica e del pensiero estetico (Studi sulla critica letteraria nel Settecento, 1934; Dal Muratori al Baretti, 1946; Croce critico, 1967), e quelli metodologici (Critica e poesia, 1956; 3a ed. 1973; Metrica e poesia, I, Dal Duecento al Petrarca, 1962). Nel 1971 pubblicò un volume di Saggi e ricordi. Ultimo frutto della sua ininterrotta attività è il volume (1977) che raccoglie le ed. commentate dei Canti, delle Operette morali, dei Paralipomeni e dei Pensieri di Leopardi.