In psicopatologia, stato psichico caratterizzato da euforia, allegria e ottimismo immotivati, da un’alterazione del corso dello psichismo nel senso di una accelerazione il cui grado estremo è rappresentato dalla disordinata ‘fuga delle idee’. L’attenzione è labilissima, le associazioni facili e superficiali; esiste una incoercibile spinta a parlare (logorrea) e all’attività motoria che nei gradi estremi giunge a stati di agitazione psicomotoria. La stessa esaltazione si riscontra nel campo degli istinti, in particolare sessuali. Talora possono svilupparsi idee deliranti, il contenuto delle quali è di grandezza, di esaltazione della propria persona; non è eccezionale però che, agli ostacoli opposti dall’ambiente e alle eventuali misure coercitive adottate nei suoi riguardi, il paziente reagisca con idee di persecuzione di solito variabili e transitorie.
Psicosi maniaco-depressiva Malattia mentale caratterizzata da una patologica alterazione del tono dell’umore; presenta fasi di esaltazione e di depressione che, nelle forme tipiche, si alternano e sono separate da intervalli più o meno protratti di sufficiente normalità. È essenziale la natura endogena della malattia, la sua autonomia da cause esterne all’organismo. Considerata per primo da E. Kraepelin come uno dei due grandi gruppi di malattie mentali endogene, l’altro essendo rappresentato dalla demenza precoce (➔ schizofrenia), la psicosi è stata riportata da E. Kretschmer, sulla base delle sue concezioni costituzionalistiche, a una ‘acutizzazione’ del temperamento ciclotimico, caratterizzato da abito somatico picnico, labilità affettiva, particolare risonanza emotiva agli avvenimenti, ravvisabile con relativa frequenza nella personalità pre-morbosa di questi malati: in realtà l’abito picnico sarebbe rilevabile in non più del 60% dei casi. Altri invece, fra i quali K. Schneider, considerano la psicosi vera e propria malattia. Il disturbo del tono dell’umore si accompagna, determinandole, a variazioni del corso delle idee e dell’attività: nella fase maniacale, ideazione in fuga, loquacità, logorrea, impulso attivistico; in quella depressiva, inibizione della ideazione e riduzione dell’attività, che può raggiungere il livello dell’intoppo psicomotorio. Come sintomi accessori si notano atteggiamenti di grandezza e tendenza a litigiosità, cenestopatie, convinzioni ipocondriache, idee di colpa e di rovina. L’esordio della malattia è, in genere, compreso fra i 25-40 anni e i singoli episodi possono presentarsi con una durata e frequenza variabilissima; la durata media delle fasi, maniacali o depressive, è fra i 6-8 mesi se il malato non è sottoposto ad alcuna terapia. L’alternarsi delle fasi è anch’esso incostante; più frequente è però il ripetersi di sole fasi melanconiche.