Macedoni
Il fiero popolo delle montagne al seguito di Alessandro Magno
Nell’antichità, a nord della Grecia, in una regione molto montuosa e ricca di boschi, i Macedoni rimangono a lungo ai margini dello sviluppo culturale della Grecia classica. Dalla fine del 5° secolo a.C., però, i Macedoni diventano protagonisti della storia e, in seguito, con le conquiste di Filippo II e Alessandro Magno esportano la cultura greca in tutto il Mediterraneo
Fra la Tessaglia, mitico paese di Giasone e degli Argonauti, e le estreme terre della Tracia, regione dove finisce il mondo greco e comincia il dominio dei barbari, è situata la Macedonia. Montuosa, ma ricca di valli dove i potenti signori allevano i migliori cavalli della Grecia, è sempre rimasta fuori dai traffici e dai commerci delle rotte marittime. I suoi abitanti, fieri montanari, sono tuttavia legati al mare per un’altra via: è infatti dai folti boschi macedoni che arrivano i legnami da costruzione della maggior parte delle navi greche.
I Macedoni sono una stirpe greca che si è separata dalle altre in tempi remoti, prima della calata di Ioni, Eoli e Dori nella Penisola Greca: il dialetto macedonico è a tutti gli effetti un greco con forti tratti arcaici. In età classica, però, i Greci di Atene e delle altre città vedono i Macedoni come un popolo arretrato e chiuso, dal carattere bellicoso. Ciò è dovuto, in gran parte, anche al regime politico di quel lontano paese.
Fin dal 6° secolo a.C. in Macedonia regna una dinastia che è riuscita ad accentrare il potere dando vita all’unico grande Stato greco dell’antichità. Sono gli Argeadi, che si impongono sulle altre famiglie aristocratiche e devono, allo stesso tempo, far fronte anche alle continue scorrerie dei Traci e degli Illiri che premono sui confini settentrionali del paese.
La dinastia degli Argeadi, benché con diversi periodi di crisi, mantiene il potere per oltre due secoli. Sul finire del 5° secolo a.C., anzi, i sovrani Perdicca II e Archelao danno il via a una serie di riforme politiche e attirano a corte intellettuali e poeti greci tra i più famosi. Anche Euripide, il grande drammaturgo ateniese, si reca in Macedonia negli ultimi anni della sua vita, e lì scrive una serie di opere teatrali in cui si rievoca il mito di Temeno, leggendario discendente di Eracle, e di suo figlio Archelao, da cui si faceva derivare appunto la stirpe dei macedoni Argeadi. Bandito da Argo e giunto in Macedonia, Archelao è attirato in un tranello da Cisseo, sovrano del paese, ma riesce a sottrarsi alla morte e sposa la figlia del re; insieme a lei, per ordine di un oracolo, segue una capra che lo porta su una radura: lì fonda Aige («città delle capre»), che sarà la capitale del regno macedone.
Attraverso il mito la dinastia macedone cerca dunque di riaffermare quell’origine greca e quel comune patrimonio culturale che la possa portare nel novero delle grandi potenze. Alla fine del 5° secolo, per completare il cammino macedone verso una nuova immagine, Archelao fonda una nuova capitale: è Pella, dotata di splendidi templi e di un nuovo spettacolare palazzo reale.
Nel 359 a.C. assume il potere Filippo II: sovrano dal carattere deciso, indebolisce il potere dell’aristocrazia militare e introduce un’importante riforma dell’esercito. Inventa infatti la cosiddetta falange, un battaglione formato da 16 file di soldati muniti di lunghe lance, capaci di un formidabile sfondamento delle linee nemiche. Filippo II ha un progetto: vuole porsi a capo di un vasto Stato confederato che riunisca tutte le città greche per muovere finalmente una guerra unitaria e definitiva contro la Persia. Attraverso una serie di battaglie ma anche di mosse diplomatiche il progetto riesce, nonostante la pressante e orgogliosa opposizione dell’oratore e uomo politico ateniese Demostene. Nel 338 a.C., dopo la battaglia di Cheronea, Filippo II è il capo militare riconosciuto dei Greci. Ma è destinato fatalmente a non poter portare a termine il suo progetto: invadere la Persia. Muore infatti assassinato in una congiura di palazzo.
Sarà però il figlio Alessandro Magno a prendere la guida della spedizione e a trasformare il progetto politico e militare del padre in realtà: la conquista di quasi tutto il mondo allora conosciuto e la creazione di un’unica civiltà universale modellata dalla cultura greca.