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macchiaioli

di Eugenia Querci - Enciclopedia dei ragazzi (2006)
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macchiaioli

Eugenia Querci

Luci e ombre della natura

Come per gli impressionisti, il termine macchiaioli viene adottato dalla critica dell’Ottocento con intenti ironici, per indicare un gruppo di artisti che, invece di seguire le tecniche della tradizione, stendevano il colore tramite macchie

e violenti contrasti luminosi. I macchiaioli ritraggono la natura direttamente all’aria aperta, appuntando su taccuini e tavolette le impressioni che ricevono dal vero

La nascita

Attorno al 1859 risale la nascita del movimento macchiaiolo, costituito da un gruppo di artisti che si riunisce in un locale di Firenze, il Caffè Michelangiolo in via Larga, l’odierna via Cavour.

Odoardo Borrani, Vito D’Ancona, Telemaco Signorini sono alcuni tra i più assidui animatori degli incontri al caffè, dove si discute di arte, di teorie, di rinnovamento della pittura contro i principi accademici, ma anche di politica. Gli artisti che saranno definiti macchiaioli, infatti, sono accomunati da un forte spirito patriottico, molti partecipano ai moti del 1848-49 e sposano, più tardi, la causa dell’unità d’Italia (1861, Risorgimento).

Ai giovani artisti che scambiano con ardore le loro opinioni al caffè giungono anche notizie dell’arte francese. In quest’epoca soggiornano infatti a Firenze pittori francesi come Edgar Degas ma anche italiani che hanno potuto viaggiare nelle principali capitali europee e soprattutto a Parigi: Domenico Morelli, Saverio Altamura e Serafino De Tivoli.

Contrasti di luce e pittura all’aria aperta

Quale innovazione propongono i macchiaioli? Come poco più tardi gli impressionisti (impressionismo), essi desiderano dedicarsi alla pittura all’aria aperta. Fino a quell’epoca, infatti, i quadri di paesaggio erano eseguiti in interno e sia la composizione, sia il colore risentivano delle regole stabilite dalle accademie: i colori non dovevano essere troppo accesi, e il quadro doveva avere un tono uniforme.

Un primo tentativo di sottrarsi a queste regole prestabilite si doveva, in Francia, ai pittori della scuola di Barbizon che, tuttavia, lavoravano ancora in studio.

I macchiaioli, invece, dipingono sotto il sole, direttamente sulla tela o sulla tavoletta: studiano i contrasti di luce e d’ombra, ossia il chiaroscuro, anche servendosi del ton gris («tono grigio»), un espediente che hanno appreso dalla pittura francese: il motivo da dipingere viene osservato riflesso in uno specchio nero, che esalta i contrasti tra parti chiare e parti scure eliminando la linea di contorno. Si passa quindi a una pittura di macchia, direttamente ispirata alle impressioni visive suscitate dalla realtà.

Anche prima di adottare questa tecnica pittorica nel dipingere dal vero, alcuni artisti come Cristiano Banti, D’Ancona, Vincenzo Cabianca, Antonio Puccinelli avevano utilizzato un metodo simile per i bozzetti di quadri in interno o di storia, genere prediletto fino alla metà dell’Ottocento.

Le tappe e i luoghi più importanti

Già durante l’estate del 1858 Signorini soggiorna in Liguria, dove l’intensità della luce mediterranea lo aiuta a sviluppare le nuove ricerche. Nel 1859, l’arrivo a Firenze da Roma di Nino Costa è fondamentale per l’arte di Giovanni Fattori che, ancora impegnato con i quadri di storia, farà propria una pittura estremamente luminosa in soggetti tratti dal vero. Sperimentazioni sistematiche si svolgono nel 1860 a Montelupo Fiorentino a opera di Signorini, Banti e Borrani e, poco più tardi (1861), aderisce al movimento macchiaiolo anche Silvestro Lega che, insieme a Signorini, lavora nella zona di Piagentina, nella campagna di Firenze, dedicandosi molto anche ai temi di figura. In questo luogo di ritrovo ben presto confluiscono anche Borrani, Giuseppe Abbati e Raffaello Sernesi. Si forma la cosiddetta scuola di Piagentina, contemporanea a quella di Castiglioncello, località sulla costa livornese dove il critico Diego Martelli ospita artisti come Fattori, Borrani, Abbati. Martelli, personaggio chiave della storia del movimento, si propone di valorizzare l’importanza della macchia e, grazie ai frequenti viaggi a Parigi, si impegnerà per mettere in contatto l’arte macchiaiola con quella contemporanea degli impressionisti.

Tutti gli artisti che aderiscono al movimento macchiaiolo subiranno col tempo evoluzioni stilistiche e ognuno elaborerà caratteristiche personali, senza tuttavia abbandonare la pittura dal vero.

Vedi anche
Giovanni Fattóri Fattóri, Giovanni. - Pittore italiano (Livorno 1825 - Firenze 1908); uno dei maggiori pittori italiani del sec. 19º. Condusse una vita modesta, tenendosi in disparte anche dalle polemiche dei macchiaioli di cui è considerato il massimo esponente. Dopo aver studiato a Livorno con G. Baldini e a Firenze ... Telemaco Signorini Pittore (Firenze 1835 - ivi 1901). Tra le più significative personalità del gruppo dei macchiaioli, di cui fu anche teorico, dipinse impressioni urbane e paesaggistiche (Novembre, 1870) e opere animate da un pungente verismo (Sala delle agitate, 1865), giungendo nell'ultimo periodo a effetti di accentuato ... Silvestro Léga Léga, Silvestro. - Pittore (Modigliana 1826 - Firenze 1895), allievo prima di E. Pollastrini, poi di L. Mussini e di A. Ciseri, rimase per parecchi anni fedele alla maniera accademica dei suoi maestri, ma da Mussini apprese soprattutto l'amore per i primitivi e per un disegno e un colore limpidi e puri. ... Diego Martèlli Martèlli, Diego. - Critico d'arte (Firenze 1839 - ivi 1896). Frequentando, dal 1855, il Caffè Michelangelo a Firenze, si legò al gruppo dei macchiaioli e fu, in Italia, tra i primi ad apprezzare i maggiori movimenti artistici europei contemporanei, e segnatamente l'impressionismo, che ebbe modo di conoscere ...
Categorie
  • PITTURA in Arti visive
Tag
  • MONTELUPO FIORENTINO
  • TELEMACO SIGNORINI
  • SERAFINO DE TIVOLI
  • RAFFAELLO SERNESI
  • VINCENZO CABIANCA
Altri risultati per macchiaioli
  • I Macchiaioli
    WebTv
    I macchiaioli sono gli artefici del movimento pittorico fiorentino della seconda metà dell’Ottocento. Si riunivano nel Caffè Michelangiolo, in via Cavour 21, già via Larga, cenacolo dove discutevano d’arte. Le loro tele presentano accentuazioni di ch
  • Macchiaioli
    Enciclopedia on line
    Gruppo di pittori toscani della seconda metà del 19° secolo. Il termine fu usato ironicamente per la prima volta in occasione della Promotrice fiorentina del 1861, dove si esponevano ‘macchie’ (paesaggi eseguiti con accentuazione del chiaroscuro, e colore dato a macchia), ma il movimento, rivolto a ...
  • MACCHIAIOLI
    Enciclopedia Italiana (1934)
    Nello Tarchiani . "Macchiaioli", con allusione al significato popolare di rompicolli capaci d'ogni marioleria, dal critico della Gazzetta del Popolo furono chiamati alcuni pittori che sullo scorcio del 1862 esposero alla fiorentina "Società Promotrice" studî di paese, chiamandoli "macchie". T. Signorini, ...
Vocabolario
macchiaiòlo¹
macchiaiolo1 macchiaiòlo1 (letter. macchiaiuòlo) agg. [der. di macchia2], non com. – 1. Che nasce e vive nella macchia: porci m. di Maremma; bovini macchiaioli. 2. Di persona, che opera alla macchia, clandestinamente (per es., uno stampatore...
macchiaiòlo²
macchiaiolo2 macchiaiòlo2 (letter. macchiaiuòlo) s. m. [der. di macchia1, nel sign. che ha in pittura]. – Appartenente al movimento pittorico sorto a Firenze e in Toscana nella seconda metà dell’Ottocento con l’intento di rinnovare il linguaggio...
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