impressionismo
Lo stile dell'impronta visiva della realtà
I pittori dell'impressionismo dipingono la vita di Parigi nell'Ottocento: la vivacità notturna nei caffè del quartiere di Montmartre, le ballerine e i musicisti dell'Opéra, le gite estive in riva al fiume, i cieli e le coste francesi. La loro rivoluzione consiste nel ritrarre la luce e i colori come i veri soggetti dei loro quadri, con una pittura che ancora oggi conserva immutata la sua freschezza e che ha aperto la strada a tante sperimentazioni artistiche successive
L'impressionismo è una corrente artistica che si sviluppa in Francia a partire dalla metà del 19° secolo. Le opere impressioniste vengono considerate tra le più importanti della pittura moderna e sono ambite dai collezionisti di tutto il mondo.
Il movimento nasce a Parigi grazie a un gruppo di artisti di talento che desidera portare avanti l'insegnamento della scuola realista (realismo): rappresentare sulla tela la realtà quotidiana (un funerale di paese o contadine al lavoro nei campi), come noi la vediamo, senza troppi dettagli e rifiniture che sfuggono alla vista. Così, seguendo l'esempio di pittori come Gustave Courbet e Jean-François Millet, i pittori impressionisti preferiscono portare il loro cavalletto in mezzo alla natura e alle persone, invece che dipingere all'interno dello studio (in francese, atelier). A volte scelgono i luoghi più insoliti: dipingono nei boschi, sulle barche, sulla spiaggia, insomma all'aria aperta (da cui il termine francese di pittura en plein air). Da tale posizione possono osservare i colori autentici della città e della natura e dipingere tutto ciò che vedono: un concetto nuovo per l'epoca, perché gli artisti prima di loro erano soliti dipingere scene storiche o mitologiche, paesaggi o nature morte, seguendo il gusto del pubblico e le indicazioni dell'Accademia dove si insegnavano le Belle Arti.
Il quadro che apre la strada all'impressionismo è un'opera del pittore Édouard Manet. Nel 1863 egli espone una tela su cui sono dipinti due uomini e due donne durante un pic-nic nel bosco, dal titolo Le déjeuner sur l'herbe "Colazione sull'erba". Mentre gli uomini sono vestiti con abiti moderni, la donna in primo piano è nuda. Il pubblico e i critici, abituati al nudo ideale della mitologia e dell'arte classica, rimangono scandalizzati alla vista del corpo svestito in un contesto così attuale; per giunta, le figure sono dipinte senza contorni e senza alcuna apparente accuratezza. Così l'opera di Manet viene giudicata scandalosa e mal dipinta perché non si era compreso il vero intento dell'artista: dipingere la vita moderna ed esaltarne i colori con la luce ‒ vera protagonista dei suoi quadri ‒ bianca e abbacinante sulla pelle, lucente sui vestiti scuri o ancora ricca di sfumature verdi sul prato e sugli alberi. Questa pittura deriva da una lunga tradizione di maestri del passato, che sapevano dipingere le figure senza prima disegnarle, stendendo direttamente sulla tela studiate pennellate di colore. Tra questi l'olandese Jan Vermeer, lo spagnolo Diego Velázquez e il francese Eugène Delacroix, tutti artisti che Manet apprezzava.
Pur criticato, il quadro di Manet colpisce l'attenzione di altri giovani pittori, che organizzano la prima mostra dell'impressionismo nel 1874 presso lo studio parigino di un loro amico fotografo, di nome Nadar. Tra le opere esposte vi è Impression, soleil levant "Impressione, sole nascente", un quadro di Claude-Oscar Monet che rappresenta un'alba nel porto di Le Havre, un'impressione visiva di luce e barche catturata nella foschia. Come accaduto a Manet, il quadro viene aspramente criticato per la sua vaghezza e il suo titolo viene usato con disprezzo per definire tutto il gruppo di artisti in mostra. Da allora furono chiamati, infatti, impressionisti. Di nuovo era sfuggito al pubblico il motivo della pittura tanto approssimativa di Monet: egli vede che con il passare delle ore ‒ e il variare dell'intensità della luce solare ‒ percepiamo i colori in modo sempre diverso. Monet rincorre con tela e pennelli questi sottilissimi cambiamenti, trascorrendo intere giornate a dipingere tante volte e con grande rapidità lo stesso soggetto. Dal suo nuovo metodo di pittura nascono le celebri 'serie' di pioppi, di covoni, di cattedrali, di ninfee.
Le sue opere hanno ispirato correnti artistiche che hanno sperimentato nuovi usi del colore in pittura, per riuscire a ricreare sulla tela la luminosità naturale, ma anche per indagare come funziona il nostro occhio.
La divisione del colore in piccoli punti, per esempio, è stata approfondita dai pittori francesi della corrente detta pointillisme ("puntinismo") e, in Italia, dagli artisti del divisionismo. Osservando un'opera di Georges-Pierre Seurat, uno dei più importanti esponenti del pointillisme, si nota che le varie zone del dipinto non sono ricoperte da stesure compatte di colore, ma da piccoli punti di tinte pure accostate. È l'occhio che, da una certa distanza, ricompone l'unità del tono. È un procedimento basato su studi scientifici di ottica, aggiornati e innovativi. Possiamo dire che, in qualche modo, quei puntini anticipano i pixel (picture elements) dei moderni schermi di televisori e computer.
Intorno a Monet si riuniscono pittori che desiderano dipingere la vita moderna, indagando la luce in ogni superficie: sui volti, sulle strade, sui paesaggi, sugli oggetti. Ognuno di loro privilegia un soggetto. Renoir dipinge lo svago dei parigini nei giorni di festa, con particolare attenzione ai soggetti femminili, resi con morbide pennellate che ne mettono in risalto la delicata femminilità.
Anche Degas guarda alla vita della città: restituisce il colpo d'occhio di una scena, per esempio le corse di cavalli o l'interno di un caffè concerto, ma, a differenza degli altri impressionisti, studia a lungo il soggetto in atelier prima di realizzarlo sulla tela. Tra i suoi soggetti preferiti le giovani ballerine durante le lezioni di danza, corpi in movimento studiati con occhio fotografico.
Camille Pissarro e Frédéric Bazille preferiscono dipingere la bellezza della luce nei paesaggi e nella vita di campagna; Alfred Sisley e Gustave Caillebotte colgono i giochi cromatici e luminosi nei riflessi dell'acqua; Berthe Morisot e la statunitense Mary Cassatt si dedicano a scene di intimità domestica che hanno per protagoniste donne e bambini.
Un discorso a parte merita Paul Cézanne. Come Monet, ama lavorare all'aria aperta e dipinge molte volte lo stesso soggetto, la montagna Sainte-Victoire, vicino alla sua casa nel Sud della Francia. La pittura di Cézanne si differenzia da quella impressionista: egli vuole rendere sulla tela la sua visione della montagna come un organismo vivente, con l'atmosfera che l'avvolge, lo spazio che ci separa da lei, gli strati di roccia che la formano. Riesce a fermare sulla tela queste solide percezioni con piccoli tasselli di colore sovrapposti a strati. La sua è una pittura che coglie le sfaccettature e le geometrie delle cose: una caratteristica che pochi anni dopo sarà il punto di partenza per la pittura di Picasso e del movimento cubista (cubismo).
Derisi dai critici e snobbati dal pubblico, gli impressionisti hanno impiegato molti anni ad affermarsi nel mondo dell'arte, come ha raccontato il loro amico Émile Zola nel romanzo L'opera. Oggi le loro opere sono tra le più ambite dai collezionisti di tutto il mondo, una fortuna dovuta all'intuito di alcuni mercanti d'arte francesi (soprattutto Paul Durand-Ruel) e di artisti americani (tra cui la giovane Mary Cassatt). Grazie a loro i quadri impressionisti sono stati esposti negli Stati Uniti, dove la nascente borghesia industriale era pronta a spendere cifre elevate per possedere un'opera d'arte proveniente dal Vecchio Continente. L'eco del successo degli impressionisti si estese di riflesso in Europa e i prezzi delle loro opere, da allora, non si sono più fermati.