Poeta in dialetto romanesco e studioso di folclore (Roma 1860 - ivi 1911); esordì con una raccolta di Cinquanta sonetti satirici (1880), di derivazione belliana sia nell'impostazione sia nel linguaggio. Da allora copiosissima fu la sua produzione poetica, con accenti sempre più originali, specie nei poemetti in sestine che danno una rappresentazione mossa, arguta, colorita di ampie scene popolari (La sera de la Befana, 1881; 'N'infornata ar Teatro Nazzionale, 1882; La Pasqua a Roma, 1883). Nel 1887 Z. iniziò con l'editore E. Perino la pubblicazione del settimanale dialettale Rugantino, che ebbe largo successo. Fin dall'inizio della propria attività aveva tentato di far rinascere il teatro romanesco, cui diede commedie di vario merito e varia fortuna (Li fanatichi p'er gioco del lotto, 1885; Li Maganzesi a Roma, 1887; Me vorressivo?, 1890; ecc.). Delle sue ricerche nel campo del folclore sono frutto i tre volumi Novelle, favole e leggende romanesche (1907), Usi, costumi e pregiudizi del popolo di Roma (1908) e Canti popolari romani (1910), raccolte prive di metodo, ma ricche e utilissime. I suoi Versi editi e inediti sono stati raccolti in 2 voll. (1921-23) a cura del figlio Alfredo.