Londra
Da porto fluviale a metropoli globale
Londra è una delle poche città che, con la loro attività, possono provocare effetti in tutto il mondo, soprattutto in un’epoca di globalizzazione spinta, di cui è insieme uno dei fattori e uno dei risultati. Nata in funzione del commercio, sviluppatasi grazie alla navigazione, cresciuta per via di un’industria che esportava i suoi prodotti in tutto il mondo, la capitale britannica è anche una città variegata ma funzionale, cosmopolita ma ben caratterizzata, affollatissima ma verde; dove si lavora ovunque, ma ci si diverte, si studia, si ammirano i tesori d’arte e di cultura che una ricchezza vecchia di secoli ha permesso di accumulare
Capitale della Gran Bretagna (v. anche Gran Bretagna, storia della) e fino a pochi decenni fa di un vastissimo impero coloniale, Londra (in inglese London) fu fondata dai Romani nell’Inghilterra sud;orientale, in un’area pianeggiante sulla riva sinistra del basso corso del Tamigi, in funzione di un porto fluviale-marittimo. Già pochissimi chilometri a valle della città, infatti, il fiume si apre in un lungo estuario, perfettamente riparato, che fin dall’antichità venne utilizzato come ampio e sicuro porto e anche come comoda via di accesso all’interno della regione inglese, dato che il Tamigi è navigabile per un buon tratto anche a monte di Londra.
La presenza del porto, da un lato, e una raggiera di strade che già all’epoca romana collegavano il porto con le varie regioni dell’interno, fecero di Londra un luogo di convergenza dei traffici che riguardavano quasi tutta la parte meridionale dell’isola e garantirono il successo e il grande sviluppo della città. Ancora oggi, osservando il disegno della rete ferroviaria imperniata su Londra (che ricalca molto da vicino i percorsi radiali delle vie romane in Inghilterra), ci si può rendere ben conto di quanto Londra sia stata e sia ancora ‘centrale’, pur essendo in termini geografici del tutto periferica rispetto al territorio inglese e, a maggior ragione, rispetto a quello britannico. Comunque, la città e il suo porto avevano per i Romani anche e soprattutto lo scopo di consentire le comunicazioni con la vicina terraferma europea.
Porta di ingresso e di uscita rispetto all’intera Inghilterra, Londra poté crescere soprattutto nei periodi in cui si sviluppò il commercio internazionale: in particolare, all’epoca dell’Impero Romano, nei primi secoli dopo il Mille, e poi dall’età delle grandi scoperte marittime in avanti. Agli scambi per mare – e a una serie di attività collegate: dalle assicurazioni ai noli marittimi, dalla Borsa merci al mercato dei cambi valutari – l’atmosfera socioeconomica della città è rimasta profondamente legata fino a oggi.
Importante – senza essere una grande città – già sotto i Romani, Londra conservò il suo rilievo, tra alti e bassi, anche nel Medioevo. Occupata e valorizzata dai Normanni, che ne fecero la capitale e vi costruirono la famosa Torre di Londra, soprattutto dal 12° secolo la città cominciò a ospitare mercanti tedeschi, italiani, fiamminghi, danesi, a stringere relazioni con le città marinare del Mare del Nord e del Mar Baltico riunite nella Lega Anseatica e a vedere i suoi traffici crescere rapidamente.
Nel 15° secolo Londra era già diventata il centro economico incontrastato del regno inglese, oltre che la capitale politica, e cominciava a sviluppare anche attività manifatturiere – che si insediavano nei borghi fuori delle mura della City, che è più o meno corrispondente alla città romana. Ancora oggi la City di Londra (piccolissima rispetto all’insieme dell’area urbana) ha un’amministrazione distinta, anche se ormai ospita appena 8.000 abitanti poiché la maggior parte dei suoi edifici è occupata da uffici e attività commerciali. Allo stesso modo si sono conservate anche alcune caratteristiche funzionali: la City è ancora il quartiere degli affari, West;minster (West End) quello della politica, lo Strand quello delle residenze di alto livello.
I secoli seguenti videro la città crescere continuamente. All’inizio del Cinquecento Londra aveva soltanto 25.000 abitanti circa, ma il lungo regno della regina Elisabetta I, che spinse l’Inghilterra alla competizione mercantile e marinara a livello mondiale, favorì uno sviluppo rapidissimo della città, del suo porto e delle sue attività economiche, e anche del suo ruolo culturale: è l’epoca dei filosofi Tommaso Moro e Francesco Bacone e del teatro di William Shakespeare e Christopher Marlowe. In questo periodo la corte d’Inghilterra rivaleggia con quelle dell’Europa continentale, attirando a sé artisti di fama, e l’inglese parlato a Londra, grazie alla diffusione della stampa, si impone come lingua letteraria del paese, se non ancora come lingua di prestigio internazionale.
La popolazione della City raggiunse i 75.000 abitanti nell’anno 1605, quando nei sobborghi vivevano altre 150.000 persone. Poi la guerra civile, la peste e un terrificante incendio (1666) costellarono di sciagure i decenni centrali del Seicento, ma non frenarono lo sviluppo di Londra: anzi, la necessità di ricostruire la città distrutta dall’incendio portò a riedificarla in maniera più solida, razionale e moderna.
All’inizio dell’Ottocento la città (con i sobborghi) superava il milione di abitanti, scavalcando Parigi come città più popolosa d’Europa e, soprattutto, qualificandosi come capitale della modernità e dell’industria. Le innovazioni urbane, dall’illuminazione pubblica alla metropolitana, furono numerose e continue per tutto l’Ottocento. Esse erano rese necessarie sia dall’afflusso incessante di nuovi abitanti, immigrati da tutto il resto del paese (e, dalla fine del secolo, anche dalle colonie), sia dalla crescente concentrazione di attività economiche, che richiedevano funzionalità e sicurezza negli insediamenti delle industrie e degli abitanti e negli spostamenti di masse enormi di persone e di merci.
Nascevano, infatti, problemi nuovi e colossali: per esempio i primi fenomeni di inquinamento atmosferico (lo smog), il degrado di vastissime aree operaie, l’espansione dell’area portuale (East End) dentro e fuori la città, ma anche la pianificazione, nel primo Novecento, di ‘città nuove’ nei dintorni, in cui spostare parte della popolazione, e ancora la conservazione di ampie aree verdi e l’organizzazione di un sistema di trasporti sempre ammodernato.
Le spaventose distruzioni della Seconda guerra mondiale richiesero poi altri interventi, altre ricostruzioni.
Oggi la popolazione della città non solo ha smesso di crescere, ma si è anche parecchio ridotta. L’insieme definito Grande Londra accoglie però ancora 7.355.000 persone, e non è che la parte centrale di una conurbazione che copre l’intera Inghilterra sudorientale, con una popolazione complessiva di poco inferiore ai 20 milioni di abitanti.
Anche se Londra è stata il principale porto del mondo, e anche se è stata la prima grande città industriale moderna, il suo carattere fondamentale non è più, da molto tempo, né la funzione portuale né l’attività industriale.
Il porto londinese (quello attuale è lontano dal centro della città, mentre quello antico è stato riconvertito a residenze e uffici) è ancora fra i primi d’Europa, e così i suoi aeroporti, ma per Londra ha contato non tanto la sua importanza come luogo di approdo delle navi e di carico e scarico delle merci, quanto l’insieme delle attività, commerciali e finanziarie, provocate dai traffici per mare.
Dalla nascita dell’industria di massa Londra ricevette di certo una spinta colossale, e l’area londinese è ancora una concentrazione di imprese industriali tra le più importanti al mondo.
Ma non c’è dubbio che banche, assicurazioni e finanza, editoria e ricerca, istruzione (le due università di Oxford e Cambridge rientrano nell’area londinese) e spettacolo oggi danno lavoro a molte più persone e producono molta più ricchezza. È grazie a queste attività, e grazie alla diffusione dell’inglese (a sua volta conseguenza dell’importanza di quelle attività), che Londra è una delle poche ‘città mondiali’.
Un ruolo che ricopre anche dal punto di vista culturale, non solo per gli elementi monumentali della città (come l’abbazia di Westminster, la cattedrale di St. Paul, Buckingham Palace), ma per l’insieme variegato e cosmopolita dell’intera città, per la presenza di innumerevoli occasioni di contatto, di scoperta, di svago, come parchi, teatri, musica. E, poi, ha un respiro mondiale per la presenza di alcuni dei musei e delle raccolte più importanti del mondo: tra i moltissimi musei, bisogna ricordare almeno il British Museum, con una delle biblioteche più ricche esistenti, e la National Gallery in cui lo Stato, la Corona e molti privati cittadini hanno concentrato il frutto artistico di tanta ricchezza e di tanta potenza prodotte in secoli di primato mondiale.