Pianta radicata nel terreno che, per mettere le foglie nella posizione più adatta rispetto alla luce, si appoggia ad altre piante con il fusto o i rami, i quali, a internodi molto lunghi, sono troppo deboli per mantenersi eretti. Si distinguono l. erbacee e l. legnose: le prime sono annue (fagiolo, luppolo) o perenni geofite (vilucchio); le seconde (l. in senso stretto) sono le piante legnose che o si appoggiano semplicemente sugli alberi con lunghissimi rami (Celastrus scandens), aiutate anche dalla presenza di aculei riflessi (rose), o si attorcigliano attorno ai sostegni a guisa di corde, o si abbarbicano con radici avventizie, o si aggrappano con organi di attacco (uncini, cirri). Alla frequente bizzarria esterna dei loro cauli, spesso a forma di nastri, di spirali, a spigoli alati ecc., corrispondono forme di accrescimento eccentrico da cui dipende la loro possibilità di torcersi. Tipicamente esigenti rispetto al calore e all’umidità (megaterme), abbondano nelle regioni tropicali caldo-umide dove se ne conoscono circa 2000 specie; le foreste vergini devono a esse la caratteristica impenetrabilità. Le l. crescono anche nelle regioni temperate, in Italia sono rappresentate da vite selvatica, caprifoglio, edera, vitalba ecc. Le famiglie più ricche di l. sono le Bignoniacee, le Menispermacee, le Sapindacee, le Fabacee.