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lana

di Giorgio Bertoni - Enciclopedia dei ragazzi (2006)
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lana

Giorgio Bertoni

Vestirsi con il pelo degli animali

La lana, ricavata da pecore, capre e altri animali, è stata probabilmente la fibra più ampiamente utilizzata nel corso della storia: dagli antichi Greci e Romani all’età comunale, dalla rivoluzione industriale alla globalizzazione, ogni epoca ha fatto

i conti con un uso differente dei tessuti

fatti con questa fibra

La prima protezione

La lana è una fibra naturale e si ricava dalla pelliccia di alcuni animali, soprattutto capre e pecore, ma anche cammelli, lama e conigli. La lana proveniente da pecore e capre è però la più diffusa, soprattutto nell’area eurasiatica, dove è lavorata da millenni. È stato infatti il primo rivestimento protettivo contro i rigori del freddo. L’uomo del Paleolitico mancava di tecniche per ricavare dalla lana i filati da tessere, ma si serviva delle pelli, con annessa pelliccia, prelevate dagli animali che uccideva. Già nel 4000 a.C. i Babilonesi erano in grado di filare le lane ricavate dagli ovini che allevavano.

Da bene di autoconsumo, cioè prodotto solo per sé stessi, la lana divenne ben presto merce di scambio in ogni civiltà. Importanti testimonianze ci sono state tramandate da tutti i popoli mediorientali e mediterranei dell’antichità, ma soprattutto da Greci e Romani. La lana divenne quasi un simbolo distintivo di queste aree, a tal punto che i Romani, fra i tratti caratteristici con cui indicavano i barbari, includevano l’uso di pelli e pellicce, piuttosto che di indumenti di lana.

Merce di scambio nel Medioevo

La civiltà europea dell’Alto Medioevo si fondò principalmente sull’allevamento di pecore e capre, da cui traeva gran parte degli elementi di sussistenza: carne, latte e lana. Già agli albori del secondo millennio alcune aree si erano messe in luce per gli allevamenti di razze particolarmente importanti per la resa di lana. Molto richieste erano le lane provenienti da alcune zone dell’Inghilterra, della Germania (Sassonia e Slesia, soprattutto), della Francia (Brie) e dell’Italia (Puglia, Basilicata, Lazio), e specie dalla Spagna, già famosa nell’11° secolo per le pecore merinos, che danno lane di particolare pregio e morbidezza.

Fu però nel 12° secolo che la lana lavorata divenne merce di scambio assai preziosa. Per restare in Italia, furono i lanaioli toscani a fare del prodotto finito un genere ricercato su tutte le piazze europee. Firenze e Prato furono i centri principali, anche se non gli unici, di questa attività. Prese il via un fenomeno rapido e progressivo, che si estese anche ad altre regioni come Lombardia e Veneto. Lo sviluppo di una nuova borghesia mercantile ebbe tra i suoi effetti la nascita delle arti, ossia le corporazioni che si riconoscevano in una identica attività. In Toscana (e soprattutto a Firenze) le arti furono dominate proprio dai mercanti iscritti all’arte della lana. Francia, Fiandre e Inghilterra furono gli altri grandi centri della lavorazione delle lane; i primi due si specializzarono soprattutto nella creazione di arazzi.

I telai meccanici

Il grande potere in mano ai ‘signori della lana’ durò fino all’avvento dei primi telai meccanici. Fu l’inizio di una nuova era, che si inserì nel più ampio e complesso fenomeno della rivoluzione industriale. I metodi di lavorazione sempre più standardizzati, che necessitavano di minore manodopera, portarono nella prima metà dell’Ottocento a forme di dura rivolta in Inghilterra (con i moti del cosiddetto luddismo, durante i quali gli operai distrussero i telai meccanici delle grandi fabbriche tessili), e anche in Francia, Belgio e Slesia, una regione dell’odierna Repubblica Ceca.

Oggi la produzione di lane è diffusa in moltissimi paesi. Tra quelle di alta qualità si è imposto il cashmere, lana molto morbida e calda, ricavata da una razza di capre allevate in una ristretta zona del Tibet.

Con l’inizio del 21° secolo, a causa dei bassi costi di produzione, sui mercati mondiali si stanno imponendo, i prodotti cinesi, e i produttori europei lamentano la perdita di forti quote di mercato.

Vedi anche
filatura La serie di operazioni che subiscono le fibre tessili (➔ fibra) per dare origine ai filati. Nella tecnologia delle tecnofibre, la filatura consiste nell’estrusione di una soluzione o di una massa fusa attraverso apposite filiere. 1. Operazioni della filatura Nella filatura meccanica le prime manipolazioni, ... pecora Animale domestico appartenente al genere Ovis (v. fig.) dei Mammiferi Artiodattili Bovidi, allevato in tutto il mondo perché fornisce lana, latte e carne. Per pecora si intende per lo più l’animale domestico femmina, riservando il nome di montone al maschio adulto, e il nome di agnello all’animale giovane ... telaio Dispositivo mediante il quale si esegue la tessitura, dotato perciò di organi adatti all’intreccio della trama e dell’ordito (➔ tessitura). ● Ossatura strutturale costituita da vari elementi, per lo più travi e piastre disposti in modo da formare un’armatura più o meno rigida e indeformabile (spesso ... Merino Razza di pecore di fama mondiale per il pregio della lana che se ne produce; fu portata originariamente dall’Africa in Spagna, poi nel 1789 fu introdotta in Australia dove, trovando condizioni climatiche e di pascolo oltremodo favorevoli, si sviluppò rapidamente, passando da 6120 capi del 1800 a 70 milioni ...
Categorie
  • INDUSTRIA TESSILE in Industria
Altri risultati per lana
  • lana
    Dizionario di Economia e Finanza (2012)
    Fibra naturale costituita di sostanza proteica (cheratina), che si ricava dal vello di pecora e di montone o da quello di altri animali (cammello, capra, lama, vigogna eccetera). Industria La l. viene tolta dagli animali vivi per mezzo della tosa, che si esegue normalmente in primavera e, talvolta, ...
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    Fibra naturale costituita di sostanza proteica (cheratina), che si ricava dal vello di pecora e di montone o da quello di altri animali. Per l. si intendono per estensione anche fibre tessili di origine vegetale o minerale. Caratteristiche e produzione La l. viene tolta dagli animali vivi per mezzo ...
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    Adolfo Cecilia (XX, p. 454; App. II, II, p. 151; III, I, p. 959; IV, II, p. 295) La positiva inversione di tendenza nella produzione della l., verificatasi a metà degli anni Settanta in corrispondenza con il calo della produzione di fibre chimiche dovuto agli aumenti del prezzo del petrolio, ha segnato ...
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    Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1979)
    (XX, p. 454; App. II, 11, p. 151; III, 1, p. 959) Ornella Grandis Produzione mondiale. - La produzione mondiale di l., pari a 2.631.000 t nel 1975 (v. tab. 2), supera di sole 30.000 t quella registrata nel 1961; ma nel quindicennio si sono verificate oscillazioni piuttosto rilevanti. A un modesto ...
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    Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
    (XX, p. 454; App. II, 11, p. 151) Basilio DESMIREANU Dato che le statistiche della l. contemplano solo la l. di pecora e agnello, l'evoluzione degli effettivi ovini nell'ultimo decennio costituisce di già una indicazione importante anche per lo sviluppo della produzione e il commercio di questa fibra. ...
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    Enciclopedia Italiana - II Appendice (1949)
    (XX, p. 454) Federico CALZONE Produzione. - Il processo di raffinamento e selezione in corso prima della guerra, dovette essere interrotto durante il periodo bellico per aumentare la produzione di carne: ciò ha portato ad un peggioramento delle caratteristiche di finezza e di regolarità delle fibre. Particolarmente ...
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Vocabolario
lana
lana s. f. [lat. lana]. – 1. a. Fibra naturale costituita di sostanza proteica (cheratina), che si ricava dal vello di pecora e di montone o da quello di altri ruminanti: l. caprina, l. vigogna, l. di cammello (o assol. cammello), l. di...
vèllo
vello vèllo s. m. [dal lat. vellus (-ĕris); forse incrociato con vĭllus «villo»]. – 1. a. Il mantello degli animali produttori di lana, che, in zootecnia, si distingue in aperto, semiaperto o chiuso, a seconda che i singoli fiocchi siano...
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