Il supremo magistrato (Justicia Mayor de Aragón) del Regno spagnolo di Aragona fino all’età moderna. In origine (12° sec.) non aveva funzioni di giudice, limitandosi a promulgare sentenze della curia regis; con l’intensificarsi della lotta fra la Corona e i nobili, assunse a tutela dei diritti dei secondi un potere politico, dopo il 1250 pari a quello delle cortes. Distrutta l’Unión dei nobili aragonesi (1348), cessò di conseguenza la funzione politica del j., di cui crebbero le attribuzioni giudiziarie. Interprete dei fueros, il j. controllava l’attività legislativa in tutta l’Aragona. Filippo II, mandando a morte il j. Juan de Lanuza (1591), soppresse le libertà aragonesi, dando inizio all’assolutismo monarchico; quando l’Aragona parteggiò per l’arciduca Carlo e i Francesi nella guerra di successione spagnola, Filippo V abolì, con le ultime garanzie giuridiche della sua autonomia, anche la magistratura del j. (1707).