Scrittore e critico inglese (Bristol 1840 - Roma 1893); soggiornò a lungo in Europa, specie nei paesi del Mediterraneo (Grecia, Italia), donde trasse ispirazione per le sue opere principali: History of the Renaissance in Italy (7 voll., 1875-86), la traduzione dei sonetti di Michelangelo e di T. Campanella (1878) e della Vita di Cellini (Autobiography of Benvenuto Cellini, 1887). Dal 1878, già gravemente malato di tisi, si stabilì a Davos, in Svizzera, dove contribuì, con i suoi scritti sui vantaggi del clima, ad attirare i primi coloni inglesi in Engadina. Nella Storia del Rinascimento italiano e nelle interpretazioni critiche di poeti greci da lui tradotti (Studies of the Greek poets, 1873) S. si rivela raffinato critico alessandrino, tra i più rappresentativi del decadentismo inglese. Oltre a brevi saggi critici su Ben Jonson, Ph. Sidney e P. B. Shelley, pubblicò (1893) uno studio su W. Whitman del quale fu, tra gli europei, uno dei primi ammiratori. Delle altre sue opere, si ricordano i versi: Many moods (1878), New and old (1880), Animi figura (1882) e una raccolta di impressioni di viaggio Sketches in Italy and Greece (1874).