Narratore, drammaturgo, poeta svedese (Stoccolma 1849 - ivi 1912). Autore dotato di una vitalità elementare, si è accostato a forme letterarie sempre diverse e contraddittorie, comunque sostenute da una costante, straordinaria capacità di invenzione e d'espressione linguistica, esito di esperienze di vita, dall'insofferenza per la famiglia e per la scuola, all'estremismo e all'instabilità delle convinzioni politiche, sempre vissute in modo drammatico.
Figlio di un piccolo commerciante e della domestica di famiglia, cosa che gli procurò un sentimento d'inferiorità, da lui esasperato fino alla creazione di un mito personale su cui fondò la propria identità, fu prima studente di lettere a Upsala (1867), poi supplente maestro di scuola a Stoccolma e precettore in famiglie private, poi di nuovo studente, ma di medicina (1868), attore mancato (1869), redattore di una rivista sui problemi dell'assicurazione a Stoccolma (1872), allievo telegrafista a Sandhamn (1873), collaboratore e reporter per le sedute parlamentari nelle Dagens nyheter (1873), amanuense nella Biblioteca Reale (1874). Ebbe tre mogli: Siri von Essen (dal 1877 al 1892); la giornalista austriaca Frida Uhl (dal 1893 al 1894) e l'attrice Harriet Bosse (dal 1901 al 1904). La violenta opposizione alla società letteraria svedese del suo tempo sfociò nella cosiddetta faida di S. (1910-12) che lo costrinse ad abbandonare momentaneamente il paese. Il prevalente interesse sociale di questo periodo non soffocò l'impegno di revisione e rinnovamento del teatro, culminato nella fondazione dell'Intima teater ("Teatro intimo"), attivo a Stoccolma dal 1907 al 1910, che segnò una tappa nella storia del teatro per tecnica di regia e di recitazione, in cui S. fece fu attore, regista, critico, drammaturgo. Se la faida, e in generale l'atteggiamento antiborghese, furono probabilmente all'origine del mancato riconoscimento ufficiale costituito dal Nobel, al momento della sua morte le classi popolari resero omaggio al grande poeta, nelle cui convinzioni socialiste, espresse in particolare negli ultimi anni, potevano riconoscersi.
Se le prime opere s'inseriscono, rinnovandola, nella tarda scia romantica, ben presto S. s'impadronì di toni e motivi naturalistici, che forzò a forme che anticipano la violenza dell'espressionismo. Elemento costante della sua opera è l'autobiografismo, mentre il motivo più appariscente è la misoginia. La sua opera è disseminata di incandescenti frammenti d'esistenza: le successive, e sempre tragiche, esperienze matrimoniali, le adesioni impetuose e rapidamente dissolte ai varî movimenti politici e ideologici che attraversano il suo tempo; o ancora, in campo religioso, il passaggio da un iniziale pietismo che non sarà mai del tutto rinnegato a gravi crisi spirituali, come quella cosiddetta di Inferno (1895-97), vissuta a Parigi in completo isolamento, tra alchimia e occultismo. La perpetua instabilità psicologica e ideologica di S. si trova riflessa nella violenza espressiva e nella molteplicità delle forme successivamente adottate (drammi, novelle, romanzi, liriche, scritti critici e pamphlets). La sua carriera letteraria ebbe inizio col dramma Mäster Olof ("Maestro Olof", 1871), rivisitazione romantica della riforma religiosa in Svezia, ma il successo gli giunse con il romanzo Röda rummet ("La stanza rossa", 1879), satira impietosa della Stoccolma intellettuale del tempo, in cui si valse delle personali esperienze di giornalista. Successivi i lavori storici e i drammi ibseniani, le novelle Svenska öden och äfventyr ("Destini e avventure svedesi", 4 voll., 1882-91). L'atteggiamento misogino, costante in tutta l'opera di S., acquista un peso decisivo a partire dai crudi racconti di Giftas ("Sposarsi", in due parti, 1884-86), il cui spunto occasionale era stato la vasta polemica contro l'ibseniana Casa di bambola. Esperienze personali ed esagerazioni polemiche s'intrecciano in Tjänstekvinnans son ("Il figlio della serva", 3 voll., 1886), che apre le sue "confessioni" autobiografiche tra le quali si possono annoverare Le plaidoyer d'un fou (scritto in franc., 1887-88), l'allucinato Inferno (anch'esso in francese, 1897), le più sommesse riflessioni di Ensam ("Solo", 1903), Klostret ("Il chiostro", scritto 1902), naturalmente l'Ockulta dagboken ("Diario occulto", pubbl. post., 1963) e in parte l'ampio Blå bok ("Libro blu", 5 voll., tra il 1906 e il 1912). Una pausa di equilibrio è rappresentata dal romanzo naturalistico Hemsöborna ("Gli abitanti di Hemsö", 1887), in cui i personaggi sono delineati con acume psicologico e umana simpatia, sullo sfondo vivace dell'arcipelago di Stoccolma; indimenticabile il vigore epico della scena della mietitura. Lo stesso scenario torna nel meno riuscito Skärkarlsliv ("Vita nell'arcipelago", 1888), mentre il mare è protagonista del romanzo di ispirazione nietzchiana I Hafsbandet ("In mare aperto", 1890). Il riferimento al naturalismo, già presente in opere precedenti, diventa programmatico nei drammi Fadren ("Il padre", 1887), sull'inevitabilità della sconfitta dell'uomo nella lotta fra i sessi, e Fröken Julie ("La signorina Giulia", 1888), ove al motivo erotico si sovrappone con violenza quello della lotta di classe. La struttura "a stazioni" della trilogia drammatica Till Damaskus ("Verso Damasco", in 3 parti, 1898-1901) annuncia una rottura nella tradizione teatrale che sarà portata a compimento in Ett drömspel ("Il sogno", 1901-02). Alla frenetica produttività dell'ultimo decennio di vita appartengono ancora opere diversissime per genere e intonazione: se al simbolismo possono rimandare le dolci figure di fanciulle di Påsk ("Pasqua", 1901), Kronsbrudet ("La sposa della colonia", 1902) e Svanevit (1902), troviamo memorie nazionali nei drammi storici Folkungasaga ("La saga dei Folkungar", 1899), e Gustav Vasa (1899). Attraversano molti generi le personalissime fiabe (Sagor, 1903), intese come un omaggio ad Andersen. Legati all'idea innovativa di teatro che l'Intima doveva rappresentare sono invece i cosiddetti drammi da camera (gli atti unici Övader "Temporale", Brända tomten "La casa bruciata", Spöksonaten "La sonata degli spettri", Pelikanen "Il pellicano" e Svarta handsken "Il guanto nero", i primi quattro rappr. nel 1907, l'ultimo nel 1909), in cui la rinuncia all'azione oggettiva propria del dramma classico a vantaggio di una vicenda interiore, e lo stile onirico e allucinato anticipano la drammaturgia espressionista ed epica. Da ricordare, infine, il vivo interesse di S. per l'espressione visiva, che si tradusse in una notevole attività pittorica e in sperimentazioni fotografiche tutt'altro che effimere. La sua opera ha avuto ampia diffusione ed è stata tradotta anche in italiano.