Uomo politico sloveno (n. Lubiana 1958). Ultimati gli studi universitari, negli anni Ottanta ha iniziato a dedicarsi alla politica attiva come membro della Lega dei comunisti di Jugoslavia ed esponente di rilievo dell’Alleanza della gioventù socialista di Slovenia (ZSMS). Noto per i suoi articoli di contestazione (che gli hanno procurato numerosi problemi con le autorità e qualche mese di detenzione), soprattutto contro l’Armata popolare di Jugoslavia, nel 1989 ha co-fondato il partito di opposizione Unione democratica slovena (SDZ), per poi essere eletto ministro della Difesa del nuovo governo democratico (1990). Ha mantenuto l’incarico sino al 1994, quando è stato costretto alle dimissioni perché accusato di aver consentito ai militari di interferire nella sfera civile; è stato poi assolto. Eletto presidente del Partito socialdemocratico di Slovenia (di centrodestra, poi diventato Partito Democratico Sloveno, SDS) nel 1993, alle elezioni generali del 2004 è stato nominato primo ministro, rimanendo in carica sino al 2008. Passato all’opposizione, alle elezioni parlamentari del dicembre 2011 l’SDS ha ottenuto il 26,26% delle preferenze (e 26 seggi in Parlamento) contro il 28,53% di Slovenia positiva (partito di centrosinistra guidato da Z. Jankovic). Tuttavia, i 28 seggi in Parlamento conquistati da Slovenia positiva non sono stati sufficienti a garantire la maggioranza al partito, e in mancanza di una solida coalizione di sinistra il Parlamento ha affidato a J. il compito di formare un nuovo esecutivo, nonostante l’opposizione del presidente della Repubblica D. Türk. Primo ministro dal 2012, nel febbraio 2013, a seguito delle accuse di corruzione e irregolarità fiscali, J. è stato sfiduciato dal Parlamento che ha affidato alla leader dell’opposizione di centrosinistra A. Bratusek l'incarico di formare un nuovo governo. Il partito dell'uomo politico ha ottenuto una netta affermazione alle elezioni anticipate svoltesi nel giugno successivo, alle quali si è imposto con il 25% delle preferenze, mentre il Partito del centro del premier uscente M. Cerar ha ricevuto solo il 9,5% dei consensi. Nel marzo 2020 J. è subentrato nella carica di premier al dimissionario M. Šarec, ma le politiche autoritarie del nuovo esecutivo ne hanno rapidamente eroso la popolarità, e a seguito del referendum tenutosi nel luglio 2021, in cui l'87% dei votanti ha espresso parere negativo sulla legge, già approvata dal Parlamento, che amplia le possibilità di realizzare opere di edilizia pubblica sulle sponde dei fiumi e sulla costa, l'ampia percentuale di dissenso ha indotto l'opposizione a chiedere le dimissioni del premier. Le consultazioni legislative svoltesi nell'aprile 2022 hanno evidenziato il calo dei consensi accordato all'esecutivo, registrando la netta affermazione del Movimento Libertà (Gibanje Svoboda) del liberale R. Golob, che ha ottenuto il 34,5% dei voti e 40 seggi, sul SDS di Janša (23,7% dei suffragi e 28 seggi), al quale Golob è subentrato nella carica dal giugno successivo.