Teoria giuridica, elaborata in Francia da M. Hauriou e in Italia da S. Romano, che concepisce l’ordinamento giuridico come organizzazione (istituzione), rifiutando la definizione normativista del diritto. Ciò che per l’i. caratterizza un ordinamento è la preesistenza, all’interno di un gruppo sociale, di un’organizzazione finalizzata a stabilire l’ordine, che preesiste alle norme e costituisce il parametro a cui va fatto riferimento per l’interpretazione delle norme stesse.
Corrente di pensiero economico che si sviluppò nei primi decenni del 20° sec. negli Stati Uniti sotto l’influenza di T. Veblen. Ha stretti rapporti col pragmatismo e con l’indirizzo psicologico americano che fa capo a W. James e H.-L. Bergson, e rappresenta una reazione alla scienza economica classica e neoclassica: tale corrente vuole sostituire all’analisi astratta delle azioni dell’homo oeconomicus l’indagine concreta sull’insieme di abitudini, tradizioni e costumi che limitano l’attività istintiva degli uomini formando il cosiddetto ambiente istituzionale. A ciò si deve la larga ripresa delle descrizioni economiche, la collaborazione con altre discipline, l’applicazione del metodo statistico allo studio dei fatti psicologici, la concezione dinamica della vita economica e la tendenza verso riforme e nuovi esperimenti (il New Deal ne fu infatti influenzato).