Richiesta o implorazione di soccorso, di aiuto, di protezione rivolta alla divinità. Come tutte le formule, anche quella con cui s’invoca la divinità per chiederne l’intervento è di solito espressa in termini precisi e prescritti. Caratteristiche le i. greche («O Zeus o con qualsiasi nome tu preferisca essere chiamato»: Euripide) o romane (sive deus sive dea) che cercano di includere tutte le divinità, pur di non tralasciare quella eventualmente interessata, rivelando l’angoscia del soggetto religioso di fronte alla possibilità di un’i. errata. Sono i. anche le formule religiose con cui si introducono documenti: per es. In nomine Dei ecc., formula non priva di precedenti pagani in uso dal 4° sec. fino a tempi recenti, oppure Bismillāh («in nome di Allāh») ecc.
Nei documenti pubblici e privati del Medioevo, l’i. consisteva in una formula (i. verbale) o in un simbolo (i. simbolica: chrismon o segno di croce) con cui si iniziava l’atto nel nome della divinità.