invìdia Sentimento spiacevole che si prova per un bene o una qualità altrui che si vorrebbero per sé, accompagnato spesso da avversione e rancore per colui che invece possiede tale bene o qualità; anche, la disposizione generica a provare tale sentimento, dovuta per lo più a un senso di orgoglio per cui non si tollera che altri abbia doti pari o superiori, o riesca meglio nella sua attività o abbia maggior fortuna.
I. degli dei (gr. ϕϑόνος ϑεω̑ν) Nella concezione di Erodoto, il malvolere degli dei verso gli uomini la cui prosperità superi il limite assegnato.
I. del pene In psicanalisi, concetto considerato come una componente della struttura della personalità femmile, anche adulta. M. Klein ha sviluppato una concezione dell’i. che si discosta notevolmente da quella freudiana, per la posizione centrale attribuita all’aggressività.
Nella dottrina cattolica uno dei sette vizi capitali, considerata peccato mortale (direttamente opposta alla virtù della carità), quando i moti invidiosi siano pienamente acconsentiti.