integrina
Proteina eterodimerica transmembranaria costituita da due subunità associate, α e β, che presentano entrambe un’estesa porzione extracellulare, un dominio transmembrana e una porzione intracitoplasmatica. Al momento sono state descritte più di 10 differenti catene β (β1, β2, β3, β4 e così di seguito) e più di 20 diverse subunità α (α1, α2, α3, α4, α5, α6, α7 e così di seguito, con l’eccezione di due, definite αv e αE). Mentre le catene β hanno la possibilità di unirsi a numerose catene α, queste ultime si associano generalmente a una sola subunità β, a eccezione della subunità αv che ha la capacità di legare diverse catene β, come le β1, β3, β5, β6 e β8. Tutte queste complesse associazioni portano alla formazione di circa 30 differenti integrine, che sono quindi classificate in sottofamiglie aventi come denominatore comune la stessa catena β o la catena αv. Mentre le integrine β1 e β3 sono espresse su differenti tipi cellulari, le integrine β5 e β6 sono presenti sulle cellule epiteliali, l’integrina α6β4 su cellule epiteliali e sui timociti fetali e le integrine β2 e β7 sono ristrette alle cellule leucocitarie. Le integrine costituiscono la più ampia classe di recettori cellulari coinvolti nelle interazioni cellule-matrice extracellulare (ECM, Extracellular matrix), cellula-cellula e cellule-proteine plasmatiche. Le integrine sono infatti in grado di riconoscere, per mezzo delle loro porzioni extracellulari: (a) proteine dell’ECM, quali la fibronectina, le laminine, i collageni, la vitronectina, l’osteopontina, le trombospondine, le tenascine, le entactine o nidogeni e la SPARC/osteonectina; (b) ligandi della superfamiglia delle immunoglobuline, quali ICAM (Intercellular adhesion molecule), VCAM (Vascular adhesion molecule), MADCAM (Mucosal addressin cell adhesion molecule) e PECAM (Platelet endothelial adhesion molecule), espressi su cellule leucocitarie, endoteliali ed epiteliali; (c) proteine plasmatiche, quali l’eparina, il fibrinogeno, il fattore di von Willembrand e l’aptoglobina. Alcune delle sequenze amminoacidiche delle regioni che le integrine riconoscono su molte delle proteine suddette sono ben conosciute e caratterizzate, come lo sono le proteine del citoscheletro che interagiscono con le porzioni intracitoplasmatiche delle subunità α e β. Le integrine, quando legano i loro ligandi, sono inoltre in grado di trasmettere segnali biochimici all’interno della cellula che le esprime. Recentemente è stato identificato un gran numero di mediatori dell’attivazione cellulare indotta dalle integrine: chinasi della famiglia Src (oncogene trasformante del virus del sarcoma, Sc, di Rous, r) e della famiglia delle adesioni focali; serino-treonino chinasi, come la PKC (Protein kinase C) e le MAPK (Mitogen-activated protein kinase); molecole adattatrici; proteine che legano il GTP (Guanosine triphosphate); la PLCγ (Phospholipase Cγ) e la PI3-K (Phosphatidylinositol 3-kinase); fattori trascrizionali; le cicline e le loro chinasi Cdk (Cyclin dependent kinase); molecole anti- e pro-apoptotiche. Le integrine, mediante la loro attivazione, possono regolare funzioni cellulari differenti, quali l’adesione, la migrazione, la proliferazione, la differenziazione, l’apoptosi e l’espressione genica.
→ Cellula. Matrice extracellulare