In antropologia fisica, rapporti fra due misure della testa umana, che ne esprimono la forma in termini quantitativi; quando le misure invece che sul vivente sono prese sul cranio, si parla, più propriamente, di indici cranici. Il più importante è l’indice c. orizzontale introdotto da A. Retzius (1842), che è uguale alla larghezza o diametro trasverso massimo b moltiplicato per 100 e diviso per la lunghezza massima o diametro antero-posteriore a, secondo la formula i = (b×100)/a. In base a tale indice le teste umane si possono dividere in dolicocefale (maschi, 〈76,o; femmine, 〈77,0), mesocefale, brachicefale (maschi, >80,9; femmine, >81,9). In seguito si cercò di tener conto anche dell’altezza della testa, misurata per lo più come distanza in proiezione dal vertice al traghion. Si possono così stabilire: un rapporto centesimale dell’altezza alla lunghezza massima cefalica ( indice vertico-longitudinale), un rapporto centesimale dell’altezza al diametro trasverso massimo cefalico ( indice vertico-trasversale), o un indice che esprima simultaneamente le variazioni delle tre dimensioni cefaliche ( indice di altezza di A. Giardina).