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inconscio

di Simona Argentieri - Enciclopedia dei ragazzi (2005)
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inconscio

Simona Argentieri

La parte della nostra psiche sconosciuta a noi stessi

L'inconscio è la parte della nostra psiche che non raggiunge il livello della coscienza. Al sistema inconscio diede particolare importanza la teoria psicoanalitica, distinguendolo dalla parte conscia e dal preconscio. Nella grande maggioranza dei casi, si può trascorrere l'intera vita disinteressandosi dei messaggi che provengono dall'inconscio e ignorandone addirittura l'esistenza. Per lo più è nelle situazioni di sofferenza ‒ angoscia, fobie, insonnia, perdita di controllo ‒ che si ricorre alla psicoanalisi come specifica possibilità di cura che indaga le motivazioni inconsce (di cui cioè non siamo consapevoli) dei comportamenti

Un iceberg di cui tenere conto

L'immagine più suggestiva per comprendere l'importanza dell'inconscio ce la offre Sigmund Freud, che paragona il nostro apparato psichico a un iceberg: la parte che emerge al di sopra dell'acqua è la parte conscia, mentre l'immensa parte sommersa, tanto più grande di quella visibile, è la parte inconscia (psicoanalisi).

Freud ritiene che il funzionamento psicologico si distribuisca in tre 'aree': conscio, preconscio e inconscio. Non si tratta peraltro di spazi divisi da rigide e stabili barriere; al contrario, c'è un continuo scambio di contenuti tra conscio e inconscio, indipendente dalla nostra volontà.

Il livello conscio contiene tutto ciò che di noi conosciamo: idee, affetti, ricordi e via dicendo; il livello inconscio è la zona sconosciuta a noi stessi; mentre il preconscio è una zona intermedia, per così dire in penombra rispetto alla luce della coscienza.

È dunque opportuno precisare che la parola coscienza non va intesa in questo contesto in senso morale, come quando parliamo di 'voce della coscienza'; si tratta invece della parte di noi della quale siamo appunto consapevoli. Molti pensatori ‒ filosofi e psicologi ‒ dall'epoca di Freud fino ai nostri giorni, non accettano la prospettiva psicoanalitica che attribuisce un ruolo centrale all'inconscio, proprio perché ritengono assurdo parlare di qualcosa che non si conosce; possiamo occuparci, sostengono, solo della coscienza e dei suoi contenuti evidenti e misurabili. L'obiezione puntuale degli psicoanalisti è che fare finta che le cose non esistano è sempre una pessima politica, e che noi abbiamo imparato a occuparci dell'inconscio perché, nella sua dimensione segreta 'fuori scena', è molto potente e determina le nostre azioni e i nostri umori senza che ce ne rendiamo conto.

I 'segnali' dell'inconscio

In effetti, il paradosso è che, proprio in quanto è fuori dal nostro controllo cosciente, noi non possiamo entrare in contatto diretto con l'inconscio, ma dobbiamo scoprirne il funzionamento attraverso i suoi cosiddetti derivati: i sogni, i sintomi, i lapsus. Cioè, nella dimensione inconscia ci sono le nostre passioni inconfessate, le emozioni inquietanti, i desideri dei quali ci vergogniamo, i ricordi remoti dell'infanzia: tutti quegli elementi 'scomodi' che ci riguardano e che preferiamo ignorare.

Questo ricchissimo mondo inconscio tende però continuamente a riaffiorare alla coscienza in forme mascherate: per esempio nei sogni, quando siamo meno vigili e controllati nello stato di sonno. Così, sognare di litigare con qualcuno rivela uno stato di tensione profonda, anche se la persona che compare come nostro avversario nella finzione onirica è spesso un 'sostituto' di colui con il quale siamo davvero arrabbiati. Un potente personaggio politico può essere messo al posto del padre, o un animale che ci aggredisce può stare al posto di un fratello litigioso. Spostare la rabbia verso immagini generiche ci consente di sfogarci un po', almeno in sogno, e ci fa sentire meno in colpa per provare sentimenti ostili verso le persone care.

Così pure, quando 'perdiamo' il numero di telefono di qualcuno che ci è antipatico, o ci 'dimentichiamo' di fare qualcosa di spiacevole, come fare una parte dei compiti oppure eseguire una noiosa commissione, è probabilmente in opera il meccanismo della rimozione, che scaccia il fastidio nell'inconscio.

Gli esempi dei sogni e dei lapsus appartengono alla normalità; ma un ultimo esempio può venire dalla patologia, come quando soffriamo di uno stato nevrotico di ansia e non sappiamo dire perché: la causa è appunto inconscia e a noi stessi sconosciuta.

Vedi anche
conscio In psicanalisi, zona della psiche nella quale si esplica l’attività razionale e consapevole dell’individuo; è spesso direttamente contrapposto all’inconscio (➔). nevrosi Condizione di sofferenza della psiche provocata da disturbi, a condizionamento psichico (cioè psicogeni), per lo più di decorso cronico, che si estrinsecano con diversi sintomi, per es. ansia, paure, coazioni, sintomi isterici, e con diverse caratteristiche, per es. inibizione, insicurezza, labilità ... rimozione economia rimozione dell’imposta Azione lecita con cui il contribuente si sottrae al pagamento di un’imposta rinunciando, per es., al consumo di un genere assoggettato a forte dazio, come il caffè, e ripiegando sui surrogati, o rinunciando ad acquistare certi beni durevoli, come fabbricati, più colpiti ... preconscio In psicologia, si dice di qualsiasi fenomeno psichico che, pur appartenendo alla sfera dell’inconscio, è tuttavia atto e prossimo a diventare conscio in qualsiasi momento e senza resistenze. S. Freud, proprio sulla base della sua possibilità di accesso alla coscienza, distingue il preconscio dall’inconscio. ...
Categorie
  • BIOGRAFIE in Psicologia e psicanalisi
  • PSICANALISI in Psicologia e psicanalisi
  • PSICOLOGIA COGNITIVA in Psicologia e psicanalisi
Altri risultati per inconscio
  • inconscio
    Enciclopedia on line
    La sfera dell’attività psichica che non raggiunge il livello della coscienza. Già teorizzato da G.C. Carus, L. Klages, A. Schopenhauer, F. Nietzsche, l’i. è divenuto specifico oggetto di studio psicologico, ma con un’estensione e importanza intese diversamente dalla psicologia classica e dalla psicanalisi. Per ...
  • inconscio
    Dizionario di Medicina (2010)
    Gianluigi Di Cesare La sfera dell’attività psichica che non raggiunge il livello della coscienza. È termine centrale in tutte le psicologie del profondo. Può essere usato come aggettivo per indicare tutti quei contenuti non accessibili alla coscienza, o come sostantivo per indicare uno specifico luogo ...
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    Dizionario di filosofia (2009)
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  • Inconscio
    Enciclopedia del Novecento (1978)
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  • INCOSCIENTE o inconscio
    Enciclopedia Italiana (1933)
    Goffredo COPPOLA Guido CALOGERO Ernesto LUGARO Termini equivalenti, usati spesso in filosofia e psicologia, ma di definizione assai controversa. In genere essi hanno significato tanto attivo quanto passivo, designando sia l'attività psichica non consapevole di sé, sia l'oggetto o contenuto che tale ...
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Vocabolario
incònscio
inconscio incònscio agg. e s. m. [dal lat. tardo inconscius, comp. di in-2 e conscius «conscio»] (pl. f. -sce o -scie). – 1. agg. Di fenomeno interno (impulso, inclinazione, istinto, atto, ecc.) che non giunge a livello della coscienza;...
ipnoanàliṡi
ipnoanalisi ipnoanàliṡi s. f. [comp. di ipno- e analisi]. – Metodo psicoterapico di esplorazione dell’inconscio, consistente nel porre il soggetto in stato di ipnosi allo scopo di affievolire le resistenze e facilitare la presa di coscienza...
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