idolatria
Adorazione delle immagini
Composta dalle parole greche èidolon ("immagine") e latrìa ("adorazione"), la parola idolatria è spesso sinonimo di paganesimo e di politeismo, e appare nell'Antico Testamento come un grave tradimento della religione di Mosè, rigidamente monoteista. La lotta all'idolatria dei popoli del Vicino Oriente portò con sé la proibizione di qualsiasi rappresentazione di Dio. In senso figurato per idolatria si intende un culto o un amore smodato per cose e persone, un'adorazione eccessiva
In greco èidolon significa "immagine" ed è sinonimo di psychè "anima". Gli idoli erano raffigurazioni degli dei, e a essi si tributava un culto in quanto si riteneva che l'immagine fosse compenetrata della potenza divina. Le statue degli idoli infatti venivano consacrate con complesse cerimonie, diventando contenitori della divinità.
Gli idoli più antichi sono statuette del Paleolitico in pietra, osso o avorio, oggetti che si moltiplicano successivamente nel Megalitico e nelle epoche arcaiche delle culture primitive, fino a diventare numerosissimi. Rinvenuti in tombe o in luoghi di culto, essi rappresentano animali e persone, in modo particolare divinità femminili. Data la loro omogeneità si presume che nel Mediterraneo fossero prodotti in massa da artigiani specializzati come articoli di esportazione, fortemente schematizzati e geometrizzati, in uno stile che oggi chiameremmo surrealista (surrealismo).
In epoca protostorica abbondano idoli in terracotta con una parte superiore che rappresenta il corpo umano poggiante su una campana, mentre quelli di pietra presentano corpi oblunghi e lineamenti facciali dipinti, oppure appaiono come cilindri dotati di occhi e con accenni di capigliatura. Tali stilizzazioni li avvicinano a vere e proprie raffigurazioni simboliste (simbolismo). La più antica statua di Afrodite, rinvenuta nella cipriota Pafo, era una pietra tondeggiante, mentre quella della dea Cibele ‒ trovata a Pessinunte, in Frigia ‒ era un lungo cono di pietra nera.
Talvolta per gli idoli si compivano sacrifici umani, come tra i Fenici, che sacrificavano il primogenito alla dea Tanit, o tra i Celti. Alcuni idoli rappresentavano gli dei, altri erano sede di anime e legati al culto dei morti, come i Lari e i Penati della Roma antica: in ogni caso si tratta di oggetti devozionali. Nell'antico Egitto, nel Vicino Oriente, in India e in altre culture storiche gli idoli hanno forti caratteristiche zoomorfe, mescolando tratti animali e umani. Nel mondo greco classico le raffigurazioni degli dei ‒ ormai antropomorfe ed esteticamente perfette ‒ sono chiamate agàlmata, "immagini" di bellezza e di potenza che esprimono la perfezione. Il loro culto era molto sentito: le statue venivano ornate con gioielli, alimentate con offerte di cibo, mentre i doni per grazia ricevuta erano simili ai moderni ex voto. Si compivano pellegrinaggi verso i templi che contenevano le immagini degli dei.
Nell'Antico Testamento si intende per idolatria sia l'adorazione degli idoli sia ogni culto politeista rivolto alle false divinità e diverso dalla religione di Mosè. L'idolatria è considerata un grave peccato di apostasia (in greco "defezione") cioè di 'tradimento' della propria religione, e porta con sé la proibizione di raffigurare Dio o qualunque altra realtà spirituale, esseri umani compresi. La presenza di immagini, sculture o icone legata al politeismo poteva indurre all'adorazione di molteplici dei e ciò era considerato dalla religione ebraica, rigidamente monoteista (monoteismo), come il più grave dei peccati. Nel cristianesimo cade la proibizione di raffigurare Dio e si diffonde il culto delle immagini del Cristo, della Vergine e dei santi, culto che recupera l'eredità greco-romana dell'arte religiosa. Resta comunque la condanna dell'idolatria, là dove alla semplice venerazione si sostituisce un'adorazione delle immagini in quanto tali.
Nell'islamismo, per combattere la precedente religione politeista, Maometto proibisce ogni forma di idolatria e ogni raffigurazione di Dio (considerato inesprimibile a parole e invisibile), ma anche degli angeli e degli esseri umani.