hutu
(o bahutu) Termine con cui si definisce la maggioranza della popolazione di Ruanda e Burundi, distinguendola dai pigmei twa, probabilmente la comunità più antica, e da hima e , collegati a una componente ancestrale di pastori dalle origini dibattute. Gli h. erano eminentemente agricoltori e questa specializzazione produttiva fu probabilmente la base di differenziazione rispetto a hima e tutsi, coi quali condividevano le medesime parlate bantu e la stessa cultura. Organizzati in molte piccole entità politiche, gli h. conobbero forse già dal 16° sec., ma sicuramente dal 18°, l’inclusione in regni egemonizzati dai tutsi. Tuttavia la presenza di h. nei gruppi dirigenti fu corposa fino alla presenza europea nel tardo Ottocento. Acuitasi in epoca coloniale attraverso le pratiche amministrative gerarchizzanti dei belgi, la contrapposizione si è andata esasperando nella seconda metà del Novecento, divenendo la principale causa di instabilità e conflitto dopo l’indipendenza e la chiave di mobilitazione nella competizione per il controllo della terra (risorsa divenuta scarsa) e delle istituzioni dei due Stati. Di efferatezza estrema furono i grandi massacri intercomunitari, in particolare quello di h. in Burundi nel 1972 e di tutsi (e h. dissidenti) in Ruanda, nel 1994.