Poeta danese (Copenaghen 1846 - Hornbaeck, Selandia, 1908). Dapprima seguace del naturalismo antiborghese di G. Brandes (al quale è appunto dedicato l'esordio lirico Digte, 1872), sembrò poi riproporre temi cari al primo Romanticismo, ma con notevole versatilità fu aperto alle varie correnti letterarie del tempo e conciliò temi e motivi schiettamente romantici col mito e con la fiaba. Le migliori liriche, che ebbero un enorme successo sulla fine del secolo e oltre, sono quelle ispirate dal suo sensualistico naturismo, raccolte in volumi: Sange ved havet ("Canti del mare", 1877), Rancker of roser ("Tralci e rose", 1879), Ungdom i digt och sang ("Giovinezza in poesia e canto", 1879), o inserite nella narrativa (per es. Sakuntala, nel romanzo En overkomplet, "Un superfluo", 1876). Al gusto eclettico del D. risponde il suo teatro musicale, che risolve in melodrammatiche allegorie non solo tradizionali soggetti gnomici e didascalici come in Der var engang ("C'era una volta", 1885), ma anche i cupi temi d'amore e morte tipici del repertorio romantico come in Renaessance (1894, sulla drammatica vita del Tintoretto) o Volund smed ("Il fabbro V.", 1894, sul mitico fabbro dell'Edda). Il D. si dedicò anche alla pittura, prediligendo il genere delle marine.